(Rinnovabili.it) – Aumentano in maniera esponenziale le emissioni di gas serra legate al trasporto marittimo, una piaga che forse potrebbe essere affrontata mediante l’applicazione di un prezzo del carbonio raddoppiato per il settore, arrivando a 25 dollari per tonnellata emessa. Questo è ciò che rivela il nuovo rapporto redatto da Oxfam e WWF entrambi preoccupati per la crescita della percentuale di inquinanti. Il trasporto internazionale è attualmente responsabile di circa il 3% del totale delle emissioni globali – più di quanto è attribuibile alla Germania e due volte quelle dell’Australia – ma nonostante questo è esente da una regolamentazione rigida, anche se di recente ha dovuto accettare alcuni standard obbligatori di efficienza.
Il rapporto annuncia inoltre che l’UE potrebbe negoziare presto un accordo sul prezzo del carbonio per il carburante di trasporto, in occasione della conferenza Onu sul cambiamento climatico che si svolgerà a Durban, Sud Africa, dal 28 novembre al 9 dicembre 2011.
Oltre a controllare le emissioni dei trasporti marittimi, la proposta sarebbe anche in grado raccogliere circa 25 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 denaro che verrebbe impiegato per aiutare a contrastare i cambiamenti climatici nei paesi in via di sviluppo. Il rapporto, intitolato “Out of the Bunker – Time for a fair deal on shipping emissions”, sostiene quindi due delle proposte più importanti che verranno portate a Durban ovvero l’accordo sui futuri tagli delle emissioni e sull’organizzazione delle finanze per aiutare le nazioni in via di sviluppo.
“La nostra ricerca dimostra che è possibile tagliare la massiccia percentuale delle emissioni di gas a effetto serra legate alla spedizione marittima senza colpire ingiustamente le nazioni in via di sviluppo, e in grado di generare al contempo miliardi di dollari in contanti da destinare all’azione per il clima nei paesi poveri”, ha dichiarato il consulente di Oxfam sul cambiamento climatico e co-autore del rapporto Tim Gore.