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Trasporto aereo: 9 paesi UE chiedono una nuova tassa

Trasporto aereo
Credits: Tayeb MEZAHDIA da Pixabay

Per ridurre le emissioni di CO2, servono nuove misure sui prezzi del trasporto aereo.

 

(Rinnovabilit.it) – Belgio, Bulgaria, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Svezia. Questi sono i paesi che, ieri, hanno invitato la Commissione Europea a proporre una nuova tassa sul trasporto aereo, attraverso quella che è stata descritta (doc) dai nove paesi come “un’opportunità senza precedenti”.

 

In una dichiarazione firmata congiuntamente dai ministri delle Finanze, Ursula von der Leyen è chiamata a portare in Commissione il dibattito sulla possibilità di applicare nuove misure ai prezzi dell’aviazione, ad esempio sotto forma di tassazione. L’iniziativa, a guida olandese, insiste sul fatto che il trasporto aereo non abbia dei prezzi adeguati, specie paragonandolo ad altri mezzi di trasporto. Menno Snel, sottosegretario olandese alle Finanze, durante una conferenza stampa ha riconosciuto che “introdurre una nuova tassa è sempre difficile”, ma ha insistito sulla necessità di creare condizioni di parità ed evitare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio (un fenomeno che può verificarsi se, per ragioni di costi dovuti alle politiche climatiche, le imprese trasferiscono la produzione in paesi in cui i limiti alle emissioni sono meno rigorosi).

 

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I nove paesi firmatari della richiesta sono responsabili di oltre la metà delle emissioni del trasporto aereo dell’UE. La Spagna e il Regno Unito sono gli assenti eccellenti, probabilmente in vista delle imminenti elezioni che si terranno il mese prossimo in entrambi i paesi. Secondo le fonti di Euroactiv, tuttavia, pare che Madrid non sia contraria ad una tassa sul trasporto aereo, ma che il governo spagnolo voglia prima valutare attentamente l’impatto che avrebbe su occupazione e turismo.

 

A maggio, il governo olandese ha annunciato che, in assenza di una strategia UE, avrebbe iniziato a tassare i biglietti aerei a partire dal 2021 per “contribuire a colmare il divario di prezzo tra i biglietti aerei e, ad esempio, i biglietti del treno”, ha affermato Snel. Se sarà necessario, i Paesi Bassi sono ancora convinti ad andare avanti da soli. Anche la Germania si sta muovendo verso l’aumento delle tassazioni a partire dal 2020, secondo un disegno di legge che potrebbe generare 500 miliardi di euro da spendere sulle infrastrutture ferroviarie del paese. Nel frattempo, una relazione della Commissione ha recentemente concluso che un’imposta a livello dell’UE ridurrebbe le emissioni e genererebbe entrate annuali di 27 miliardi di euro.

 

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Di fronte all’annuncio dei 9 paesi sul trasporto aereo, Transport & Environment (T&E) ha affermato che dimostra “la volontà politica di agire di quegli Stati membri che rappresentano la quota maggiore delle emissioni delle compagnie aeree europee”. Tuttavia, in occasione di un evento sull’aviazione tenutosi al Parlamento europeo, il CEO dell’International Airlines Group (IAG), Willie Walsh, ha dichiarato che l’industria sta già compiendo passi significativi per aumentare il consumo di carburante e ridurre le emissioni. Anche la British Airways ha affermato che gli Stati membri dovrebbero dare priorità al completamento dell’iniziativa Cielo unico europeo (Single European Sky o SES), un’iniziativa della Commissione Europea per armonizzare la progettazione, la gestione e la regolazione dello spazio aereo UE, con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza e l’efficienza del traffico aereo europeo. Secondo le compagnie aeree, infatti, la realizzazione di SES ridurrebbe le emissioni del 10%, riducendo il tempo sprecato dagli aeromobili inattivi e rinnovando le rotte di volo vecchie di decenni. Tuttavia, i diversi modi in cui i paesi gestiscono il loro spazio aereo continuano ad essere un ostacolo.

 

 

A questo proposito, però, proprio la dichiarazione dei nove membri dell’UE potrebbe indurre la Commissione appena insediatasi a proporre un nuovo pacchetto aeronautico, portando avanti il progetto SES e suggerendo al Parlamento un aggiornamento delle norme sulla tassazione energetica del settore. Attualmente, infatti, il cherosene è di fatto esente da tassazione ai sensi di un accordo internazionale vecchio di decenni, ma una revisione della direttiva UE potrebbe cambiare la situazione. Come sottolinea Euroactiv, però, ciò significherebbe modificare le regole in modo tale che la politica fiscale possa essere adottata con il voto a maggioranza qualificata, piuttosto che attraverso l’attuale requisito unanime, poiché vi sono poche possibilità che tutti gli Stati membri concordino su ciò che è sempre stato un argomento controverso.

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