Attualmente, il consumo annuo di carburante diesel della Washington State Ferries è pari a quello di una compagnia aerea di medie dimensioni
(Rinnovabili.it) – La Washington State Ferries, il secondo più grande gestore di traghetti al mondo, aprirà le proprio porte a propulsione elettrica e batterie. L’annuncio arriva direttamente dal governatore dello Stato di Washington, Jay Inslee, impegnato in prima linea a promuovere e stimolare la decarbonizzazione del territorio.
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La Compagnia aveva ipotizzato l’uso di traghetti elettrici ibridi o a gas naturale già nel 2012, constatando però l’inadeguatezza, al tempo, delle tecnologie disponibili. Spinta in particolare dal comparto automobilistico, la ricerca nel campo dell’elettrico ha fatto in pochi anni passi da gigante, incoraggiando anche altri settori dei trasporti a seguire l’esempio.
Tuttavia, ci vorrà molto tempo per elettrificare l’intera flotta a causa delle difficoltà nell’installazione delle necessarie strutture di ricarica e nei relativi accordi di fornitura elettrica. Il programma dell’operatore inizierà pertanto dalle navi più grandi e inquinanti, cioè i tre traghetti Jumbo Mark II, responsabili da soli del consumo di circa 18 milioni di litri di carburante all’anno: l’aggiornamento delle navi riguarderà la sostituzione di due dei quattro propulsori diesel con unità elettriche fornite da Siemens.
Parallelamente, la compagnia sta anche avviando un programma per la progettazione e la costruzione di nuovi traghetti elettrici ibridi pronti ad entrare nella flotta entro tre anni.
La Washington State Ferries – va ricordato – non è l’unica compagnia navale a muoversi nella direzione del taglio delle emissioni, o comunque dell’abbandono del diesel. Sulla stessa strada c’è anche la British Columbia Ferry Services, già convertitasi al gas naturale ed attualmente impegnata nell’elettrificazione della sua flotta.
Risultati positivi dovrebbero arrivare anche dall’accordo “Getting to Zero Coalition“ che riunisce 60 tra le principali compagnie del settore con l’obiettivo di spingere il mercato e i decisori politici a realizzare le infrastrutture necessarie alla messa in acqua di sole navi alimentate da carburanti a zero emissioni già nel 2030. Una scelta che risponde agli obiettivi dell’Organizzazione Marittima Internazionale che ha fissato il taglio del 50% delle emissioni di settore (che rappresenta il 2,2% delle emissioni globali di CO2) entro il 2050 (rispetto ai valori registrati nel 2008).
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