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Taglio accise sui carburanti, siamo sicuri apporti un beneficio?

Taglio accise sui carburanti
via depositphotos.com

La riduzione dei costi alla pompa di carburante sotto la lente di T&E

(Rinnovabili.it) – Il taglio delle accise sui carburanti entra ufficialmente in vigore. Il Decreto Energia 2022 (DL 21 marzo 2022, n. 21) è approdato ieri in Gazzetta, pronto ora ad iniziare il suo percorso parlamentare per la conversione. Il provvedimento contiene diverse misure per contrastare gli effetti economici della crisi ucraina, ma gran parte dell’attenzione è focalizzata su pochi elementi. Primo fra tutti la rideterminazione delle aliquote d’accisa su benzina e gasolio. Il testo prevede, infatti, di ridurre, da oggi fino al 21 aprile, le imposte sui carburanti nella misura:

Il testo impone anche, al fine di prevenire il rischio di manovre speculative, che il Garante per la sorveglianza dei prezzi in collaborazione con i Ministeri e con del supporto operativo del Corpo della Guardia di finanza monitorerà l’andamento dei prezzi, anche quelli relativi alla vendita al pubblico, di benzina e gasolio nell’ambito dell’intera filiera di distribuzione commerciale dei medesimi prodotti.

Ma le preoccupazioni attuali vanno oltre gli aspetti speculativi, come ricorda oggi l’ong Transport & Environment (T&E), e riguardano direttamente i benefici reali e la nostra dipendenza energetica dalla Russia.

Taglio delle accise sui carburanti, chi ne beneficia?

La riduzione delle accise sui carburanti non è una misura solo italiana, ma un intervento condiviso dai governi dell’Unione europea per far fronte ai rincari petroliferi. In questo contesto, la spesa nazionale prevista ammonta a circa 978 milioni di euro per il solo aprile; il quarto valore più alto dopo quelli stimati per Francia (3 miliardi), Polonia (1,4) e Paesi Bassi (1,36). 

accise sui carburanti UE
Credits: T&E

Il peso sulle casse statali potrebbe essere giustificato se in cambio si ottenessero benefici condivisi. Eppure, spiega il nuovo report di T&E, il taglio dei costi alla pompa premierà soprattutto gli automobilisti più ricchi. Come è possibile? All’origine di tale discrepanza c’è la propensione degli automobilisti più benestanti a utilizzare, spesso da soli, auto più lussuose, spaziose e che consumano più carburante. “Secondo le stime, ad esempio, un taglio dei costi pari a 15 centesimi al litro si traduce in 6 mesi in un risparmio di 300 euro per un conducente di un modello BMW X5 contro i soli 85 euro calcolati per chi guida una Citroën C3″, spiega l’associazione in una nota stampa. “Coloro che utilizzano il trasporto pubblico, al tempo stesso, non ricevono alcun beneficio”.

Non solo. Il taglio delle accise sui carburanti non aiuta neppure il percorso di decarbonizzazione né quello della sicurezza energetica. “Nonostante affermino di stare dalla parte dell’Ucraina, i governi UE non intendono tassare il petrolio russo scegliendo, per contro, di finanziarlo con quasi 9 miliardi di euro e di scaricare il peso dell’operazione sui contribuenti”, dichiara Veronica Aneris, Direttrice per l’Italia di Transport & Environment.  “Il modo più semplice per ridurre i prezzi del petrolio consiste nel permettere alle persone di usare meno l’automobile […] i governi, quindi, dovrebbero garantire il diritto allo smart working e  ridurre considerevolmente, per il periodo in corso, le tariffe del trasporto pubblico”. 

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