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La Svezia inventa l’auto elettrica di legno

La fibra di carbonio ottenuta dalla lignina costa meno, è riciclabile e soprattutto pesa poco. Così l'auto elettrica può migliorare autonomia e sostenibilità

La Svezia inventa l'auto elettrica di legno

 

(Rinnovabili.it) – Un team di ricerca svedese ha progettato la prima auto elettrica con tetto solare e batteria al litio… di legno. In pratica, la fibra di carbonio ottenuta a partire dalla lignina compone il tetto fotovoltaico e gli anodi della batteria.

I ricercatori, specializzati in ingegneria chimica al KTH Royal Institute of Technology di Stoccolma, sostengono che si tratti di un’idea innovativa, anche se il legno è stato uno dei primi materiali utilizzati nella produzione di automobili. Le prime auto somigliavano infatti alle carrozze, con l’unica differenza che la potenza era fornita dai cavalli vapore e non da quelli veri.

la fibra di carbonio ricavata dalla lignina è un materiale estremamente leggero. Questo permetterebbe all’auto di ridurre il peso complessivo – una delle pecche delle auto elettriche al momento – aumentando di conseguenza l’autonomia senza dover montare una batteria più grande e costosa. Inoltre, la lignina è il secondo polimero naturale più abbondante in natura, dopo la cellulosa. La si può ricavare facilmente, essendo un sottoprodotto della fabbricazione della carta.

 

BMW ha speso una fortuna in via di sviluppo un telaio in fibra di carbonio per la sua berlina i3. Se avesse utilizzato fibra di carbonio da lignina, secondo i ricercatori, la i3 costerebbe meno e peserebbe ancora meno.

Il vantaggio ambientale dei componenti ottenuti a partire da questo polimero (oltre a quello, indiretto, di ridurre il peso e dunque i consumi) è la loro riciclabilità. La fibra di carbonio tradizionale non presenta caratteristiche di sostenibilità pari a quelle del legno, mentre quella utilizzata per quest’auto elettrica vi si avvicina molto di più.

Il progetto è iniziato con la ricerca di elettrodi a base di lignina per le batterie agli ioni di litio. La ricerca è stata finanziata dalla Swedish Energy Agency e ha visto la collaborazione dell’istituto di ricerca svedese Innventia e del gruppo di ricerca Swerea, che lavora sui temi del rinnovamento industriale e dello sviluppo sostenibile.