Il più grande inquinatore al mondo prepara la messa al bando dei veicoli a fonti fossili. Ma la strada presenta ancora diversi ostacoli
La Cina pronta a seguire gli annunci di Frangia e UK
(Rinnovabili.it) Non è ancora un annuncio ufficiale ma la leggera apertura della Cina ad un futuro arresto della produzione e impiego dei motori a combustione interna, ha messo in allerta il mercato automobilistico mondiale, rimarcando la posizione di Pechino all’interno del dibattito climatico.
A parlare dell’ipotesi di una messa al bando per le auto diesel e a benzina è stato questa settimana Xin Guobin, vice ministro dell’industria e della tecnologia dell’informazione, in occasione di un forum nella città settentrionale di Tianjin. “Alcuni Paesi – spiega Xin dalle pagine dell’agenzia stampa Xinhua – hanno fissato un calendario per mettere fine alla produzione e alla vendita dei veicoli tradizionali alimentati a carburante. Anche il nostro ministero ha avviato un’importante ricerca in tal senso e sottoporrà un calendario analogo ai ministeri di competenza”.
Duplice l’obiettivo finale: mostrare da una parte di essere in grado di dar seguito all’impegno climatico preso tagliando le emissioni inquinanti, e dall’altra assicurarsi una leadership indiscussa nel settore dell’e-mobility.
La mossa, il ministro ne è convinto, porterà “profondi cambiamenti” all’interno dell’import dei prodotti petroliferi e soprattutto a livello dell’industria automobilistica cinese, divenuta già oggi il più grande mercato del veicolo a livello mondiale. Solo lo scorso anno il paese ha prodotto e venduto oltre 28 milioni di veicoli, secondo quanto riferito dall’Organizzazione internazionale dei costruttori di automobili. Un numero esorbitante in cui si ritaglia, anno dopo anno, uno spazio progressivamente più grande il comparto dell’e-mobility (oltre 500mila unità immatricolate nel 2016).
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Non si parla ancora di date, ma è probabile che, al pari degli annunci di Francia e Gran Bretagna, l’attuazione di una simile misura debba aspettare almeno il 2040. “Le imprese – continua Xin – dovrebbero cercare di migliorare il livello di risparmio energetico nelle auto tradizionali e di sviluppare nuovi veicoli sotto il profilo dell’energia”.
In realtà strumenti pro “mobilità elettrica cinese” sono già in campo da diverso tempo. Accanto ad un pacchetto di incentivi per carmakers e consumatori, il governo ha introdotto anche un provvedimento normativo che obbliga i costruttori auto a produrre una certa quota di veicoli elettrici entro il 2020 sfruttando un programma di “carbon credit”. L’obiettivo è portare entro il 2025 le auto elettriche e ibridi plug-in ad almeno un quinto delle vendite nazionali, ma il mercato ha finora incontrato diversi ostacoli che hanno obbligato echino a rivedere le proprie proiezioni (leggi anche La Cina fa marcia indietro sulle auto elettriche).