(Rinnovabili.it) – Non è un periodo facile per il comparto dei biocarburanti europei. Dopo le difficoltà create dal mercato statunitense, il Vecchio Continente deve ora fare i conti con una normativa in continuo cambiamento. La Commissione europea ha in programma di annunciare a breve i nuovi standard per il fattore ILUC (Indirect Land Use Change) che valuta gli effetti indiretti derivanti del cambio di destinazione d’uso dei suoli e che, ad oggi, non è ancora stato adottato all’interno dei criteri di sostenibilità previsti dalla Direttiva 28/2009.
La discussione si è imposta dopo le numerose segnalazioni scientifiche effettuate da eminenti istituti di ricerca, come l’European Environment Agency e l’International Food Policy Research Institute (IFPRI), secondo cui l’utilizzo di biodiesel ottenuto dalla colza europea e da olio di palma e soia importati non avrebbe nessun ruolo positivo nella prevenzione dei cambiamenti climatici ma, al contrario, potrebbeo addirittura accelerarli. Gli studi in questione sostengono che una volta incluso nel calcolo del bilancio delle emissioni il fattore ILUC, l’utilizzo delle materie prime sopracitate causerebbe un livello di emissioni maggiore della produzione di combustibili fossili. Si è dunque fatto pressione su Bruxelles affinché si escludessero, tutti o in parte, questi combustibili e secondo le ultime indiscrezioni i funzionari dell’Unione europea potrebbero trovare un accordo sulla spinosa questione già entro la fine della giornata decidendo se e quali biofuel escludere dagli obiettivi europei al 2020.
Fino ad oggi il processo decisionale è stato paralizzato dalla disputa in corso tra la Direzione Energia – che non vuole l’ILUC tra i fattori da prendere in considerazione – e la Direzione Clima- di parere opposto. Sul tavolo dei colloqui ci sono attualmente tre opzioni da cui dipenderà il futuro del settore del biodiesel. L’Ue potrebbe decidere che tutti i biocarburanti debbano consentire risparmi di emissioni di almeno il 60% rispetto a benzina e diesel, indipendentemente dalla coltura utilizzata per ottenerli, concedendo alle utility tempo fino alla fine del 2016 per raggiungere il nuovo obiettivo. Questa opzione escluderebbe il biodiesel ottenuto da olio di palma o di soia. In alternativa la Commissione potrebbe decidere di penalizzare i biocarburanti in base alle loro emissioni ILUC specifiche per coltura, misura che andrebbe quasi certamente escludere completamente il biodiesel dagli obiettivi UE, o, terza opzione, trovare un compromesso che combini elementi di entrambi gli approcci.