(Rinnovabili.it) – La prossima primavera, la prima nave alimentata a idrogeno, sole e vento prenderà il largo per un giro intorno al modo di sei anni: un’odissea in totale autonomia energetica e assenza di emissioni. Energy Observer, questo il nome dell’imbarcazione, nasce dalle ceneri dell’Enza New Zeland, il celebre catamarano che nel 1994 si aggiudicò il Trofeo Jules Verne, circumnavigando il globo in poco più di 74 giorni. Come l’Enza, Energy Observer affronterà gli oceani per portare a casa un risultato unico ma lo farà solo grazie alla spinta dell’energia pulita. Moduli fotovoltaici, turbine eoliche e un sistema di celle a combustibile costituiscono il cuore tecnologico del catamarano che impiegherà proprio l’idrogeno per stoccare l’energia nei momenti di massima produzione.
Realizzata in un cantiere navale di Saint-Malo, l’imbarcazione è frutto del progetto concepito nel 2015 dagli skipper Frederic Dahirel e Victorien Erussard, con il documentarista ed esploratore Jerome Delafosse. Oggi l’impresa vede coinvolti anche l’istituto di ricerca Cea-Liten, della Fondazione dell’ambientalista francese Nicolas Hulot e dell’Unesco ma è ancora alla ricerca di partner finanziari per trasformare l’idea in realtà.
L’imbarcazione – 31 metri in lunghezza per più di 12 di larghezza – è rivestita da 130 metri quadrati di celle fotovoltaiche e possiede due micro turbine ad asse verticale: l’elettricità prodotta servirà sia ad alimentare il motore che a fornire energia per la dissalazione e l’elettrolisi dell’acqua marina.
Secondo Florence Lambert, direttore del Cea-Liten che ha ideato il sistema energetico della barca, Energy Observer rappresenta un buon esempio di quello che saranno le reti elettriche nel prossimo futuro: un mix equilibrato di energie rinnovabili ed energy storage. “Non stiamo parlando del delirio di un esploratore o di uno scienziato”, ha commentato Lambert. Una volta raggiunti i fidanzamenti necessari, il catamarano salperà dal porto della Bretagna verso Parigi, la prima delle 101 tappe previste in 50 paesi.
“Questa barca dimostrerà che ci sono molte soluzioni per la transizione energetica”, ha dichiarato Hulot in occasione del lancio ufficiale del progetto lo scorso martedì. “E che tutte le soluzioni sono già presenti in natura”.