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Solar Impulse 2 torna a volare

Era impegnato in un'impresa storica: il giro del mondo senza carburante. Ma un guasto aveva costretto il Solar Impulse 2 ai box. Ora è pronto a ripartire

Solar Impulse 2 torna a volare

 

(Rinnovabili.it) – Il Solar Impulse 2 tornerà a librarsi in volo ad aprile 2016. Lo annuncia il team svizzero tuffatosi nell’impresa di un giro intorno al mondo in aereo solare, senza nemmeno una goccia di carburante. L’avventura, iniziata nel marzo 2015 dagli Emirati Arabi Uniti, si è interrotta a luglio a causa di problemi alle batterie occorsi al velivolo durante la tappa più impegnativa: la traversata dell’Oceano Pacifico, un volo di oltre 8 mila chilometri da Nagoya (Giappone) alle Hawaii. Ora il Solar Impulse 2 è fermo nell’arcipelago per le riparazioni del caso: la sostituzione del pacco batterie e i successivi test richiederanno alcuni mesi. Le tappe restanti sono state rimandate perciò alla prossima primavera, quando le giornate saranno abbastanza lunghe da garantire l’irraggiamento solare necessario.

Il dilatarsi dei tempi ha inciso sui costi: servivano 20 milioni di euro per rimettere in pista l’aereo solare più famoso del mondo. Ieri, però, è arrivato l’annuncio del pilota André Borschberg alla COP 21 di Parigi: la cifra è stata recuperata, «siamo tutti molto concentrati e in attesa di riprendere il viaggio l’anno prossimo». La tabella di marcia rivede dei voli di prova a marzo 2016, dopodiché il giro del mondo potrà continuare.

 

Il Solar Impulse 2 ha ali lunghe 72 metri, coperte da 17 mila celle fotovoltaiche ad alto rendimento. La parte inferiore contiene, per ciascuna, un insieme di accumulatori litio-polimero, motori da 10 hp e  due eliche a due pale. La radiazione solare assorbita durante il giorno serve, in parte, ad azionare i quattro motori elettrici a elica e i servizi di bordo, mentre in parte ricarica le batterie, la cui energia serve durante la notte ad alimentare i motori. Inoltre il velivolo è pesante più o meno quanto un’auto familiare, grazie una struttura personalizzata a nido d’ape, realizzata con un sandwich di fibra di carbonio.