(Rinnovabili.it) – La storica impresa del volo transpacifico è finalmente realtà: il Solar Impulse 2 sta volando sull’oceano dalle 4 di ieri mattina (ora locale), e si trova ad un terzo del percorso che separa Nagoya, in Giappone, dalle Isole Hawaii, meta della traversata che scriverà un nuovo capitolo dell’aviazione sostenibile. Il pilota, André Borschberg, dopo settimane di stallo in territorio giapponese a causa delle condizioni meteo non ottimali, sta percorrendo i 7.900 chilometri dell’ottava tappa di un giro del mondo senza carburante, iniziato ad Abu Dhabi il 9 marzo scorso. La missione è dimostrare che con l’energia del sole nulla è impossibile.
Lo aiuterà un lavoro tecnico e ingegneristico senza pari: l’aeroplano ha un’apertura alare di 72 m, leggermente superiore a quella di un Airbus A380, il più grande aereo passeggeri di linea nel mondo. Le ali sono ricoperte da 17.248 celle fotovoltaiche, mentre la parte inferiore contiene un insieme di accumulatori litio-polimero, un motore da 10 hp e un’elica a due pale. Il velivolo è pesante più o meno quanto un’auto familiare, grazie una struttura personalizzata a nido d’ape, realizzata con un sandwich di fibra di carbonio. Dopo mille prove e il coast-to-coast americano dello scorso anno, Solar Impulse 2 ha “dispiegato” le sue ali fotovoltaiche per un’impresa senza precedenti.
In tutto, i piloti dovranno percorrere 35 mila chilometri in 5 mesi circa. Ma l’ottava tappa, quella oggi in corso, è la più impegnativa: un volo non-stop di cinque giorni e cinque notti, 120 ore ininterrotte. Non c’è tempo nemmeno per dormire: 40 minuti a notte in due turni da 20 minuti è il massimo che si concede André Borschberg.
Nelle ore diurne, il Solar Impulse 2 guadagna quota, volando a un’altezza di 9 mila metri, in modo da catturare la massima quantità di energia per caricare le batterie, che entrano in funzione al calar del sole, quando il velivolo scende fino a 2 mila metri. Quando fa giorno, il pilota ha a disposizione solo il 5-10% della capacità delle batterie, e dovrà farsela bastare per trovare una porzione di cielo libera da nubi, o rischierà di immergersi nell’oceano. La chiave per una traversata di successo sarà la capacità di risparmio energetico del velivolo. La necessità di bilanciare il peso dell’aereo e le esigenze di accumulo energetico farà sì che le sue capacità arriveranno molto vicino al limite tecnico.
Dall’inizio del loro giro del mondo, Borschberg e il suo secondo pilota, Bertrand Piccard, hanno volato alternandosi al massimo ogni 20 ore a bordo dell’aereo solare monoposto. La trasvolata oceanica sta per frantumare ogni record precedente. Dopo l’arrivo di Borschberg nelle Hawaii, il secondo pilota Bertrand Piccard volerà a Phoenix, in Arizona: un percorso di lunghezza simile, che consoliderà le capacità del Solar Impulse 2.