La start-up Walle punta al 2023 per i primi test con i taxi volanti
(Rinnovabili.it) – Il nome è preso da un famoso robottino della Pixar. Wall-e voleva salvare il mondo dai rifiuti, la start-up italiana Walle vuole aiutare a salvarlo dalla mobilità insostenibile. Con una ricetta ritagliata sulla realtà della nostra penisola, un territorio ‘rugoso’ con un tessuto urbano frastagliato e sparso. L’idea è quella dei taxi volanti, un tassello nel puzzle più grande della transizione verso un modello di mobilità diverso da quello ereditato dalla società industrializzata.
“Le città dovranno adattarsi alla mobilità del futuro e modificare la loro infrastruttura, la loro genetica”, ragiona con Rinnovabili.it il fondatore e ad di Walle, Domenico Gagliardi. “Finora le città sono state costruite sulla base del modello auto. Auto che restano ferme per la maggior parte del tempo, in garage o in coda nel traffico. In un futuro prossimo gli spostamenti dovranno necessariamente cambiare, la pandemia lo ha mostrato chiaramente”.
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Spazio ai taxi volanti quindi. Il segmento è quello dell’advanced air mobility (AAM), nicchia ancora sottodimensionata rispetto al potenziale che può esprimere. Per Walle, l’ambito in cui proporre un servizio shuttle per persone. L’AAM si basa sulla penetrazione del trasporto aereo negli spazi urbani, di solito tramite vettori a decollo verticale con propulsione ibrida o elettrica. Tema che si intreccia e potenzia quello dell’intermodalità.
La start-up vuole diventare un “fornitore di servizi per mobilità aerea, ma non a corto raggio” cioè non ristretto all’interno di un unico agglomerato urbano. L’idea è “collegare punti strategici extra-urbani” come aeroporti, stazioni, porti, fiere. E isole. “In Italia abbiamo 800 isole, è evidente che in questo ambito c’è una grande possibilità di ampliamento” per un servizio del genere, sottolinea Gagliardo.
Come tempistiche, i primi test operativi dovrebbero avvenire nel 2023. Poi il lancio del servizio, previsto per il 2025. Intanto è partito il dialogo con alcune città. Tre i comuni italiani con cui Walle è in contatto per arrivare a una firma su una lettera di intenti e gettare le basi per la sperimentazione. Due i fronti: quello del servizio vero e proprio, che richiede vertiporti con punti di ricarica e quindi un’integrazione nei piani comunali per la mobilità, e quello della normativa. Su quest’ultimo punto l’Italia sta muovendo i primi passi.
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Come funzionerebbe in concreto il servizio di taxi volanti? Walle si è rivolta a Jaunt Air Mobility e Manta Aircraft per i velivoli. Il criterio principale è l’autonomia del mezzo, quindi la capienza. La start-up ragiona su tragitti intorno ai 50 km con possibilità di coprire anche raggi di un centinaio di chilometri, arrivando quindi quasi a una dimensione regionale. Quindi i velivoli full electric, per il momento, sono scartati (“ma vediamo quali innovazioni ci saranno nel settore da qui al 2025”), e si punta sull’ibrido.
L’ipotesi di costo iniziale per l’utente batte attorno ai 2,5 euro per persona per chilometro. Almeno inizialmente, poi si immagina un decremento con la diffusione del servizio. “Per un Malpensa-Milano centro in taxi si spende circa 100 euro, con un air taxi si arriverebbe attorno ai 120 euro” ma con un ovvio risparmio di tempo. Prezzi e vantaggi che tracciano l’identikit dei primi utenti a cui Walle punta: “il target iniziale non è di massa, ci rivolgiamo a contesti aziendali cioè a tutti quelli che solitamente si spostano in taxi”. Gagliardi cita anche l’ipotesi di un uso turistico, ma più in là. Come il trasporto merci, per il momento non il core business del servizio.