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Ad Amsterdam il taxi a guida autonoma galleggiante ed elettrico

taxi a guida autonoma
Credits: MIT

Roboat è dotato di telecamere che vedono a 360 gradi

di Andrea Barbieri Carones

(Rinnovabili.it) – I taxi a guida autonoma potrebbero fare la loro comparsa sulle strade di Amsterdam. Anzi: sui suoi canali, dove non ci sono semafori e righe di mezzeria, ma dove la velocità dei natanti è più bassa e ci sono (piccoli) margini di errore.

Gli ingegneri del Mit insieme a un Istituto universitario di Amsterdam hanno creato il progetto finale della loro “trilogia autonavigante”. Vale a dire una barca robotica di dimensioni reali, pronta per sfrecciare sui canali della capitale olandese.

Questa barca, che non poteva che essere ribattezzata “Roboat”, arriva dopo una serie di prototipi messi in campo (anzi: su acqua) dal 2015 a oggi. Lo scorso anno, l’ultimo di questi era lungo appena 2 metri. Ma prometteva già prestazioni interessanti e abilità natatorie non da poco.

Dal 2015 a oggi il passo è (quasi) breve: un taxi a guida autonoma galleggiante in grado di trasportare fino a 5 persone oppure raccogliere rifiuti e consegnare merci.

Una barca – anzi: una Roboat – futuristica,  con sedili uno di fronte all’altro, di color nero e argento con lettere arancioni, colore della maglia della nazionale olandese. Senza dimenticare che naviga con un motore elettrico e una batteria grande come una scatola che permette una autonomia di 10 ore di marcia. E un sistema di ricarica che non necessita di cavi.

“Ora abbiamo costruito un taxi a guida autonoma con maggior precisione rispetto ai prototipi. E maggior robustezza”. Così ha commentato entusiasta  Daniela Rus, professoressa di ingegneria elettronica e direttore del Csail, il laboratorio di intelligenza artificiale del Mit. “Il sistema di controllo della Roboat si adatta al numero di persone presenti a bordo”. 

Per navigare celermente nelle trafficate acque di Amsterdam, Roboat necessita di un software che metta insieme elementi come la capacità di navigare e di percepire ostacoli. 

Taxi a guida autonoma, autonomia di 10 ore e ricarica in modalità wireless

Tutto si basa sull’uso del GPS: la barca decide autonomamente la rotta migliore per andare da A a B, mentre scansione costantemente i dintorni in modo da evitare collisioni con ostacoli come ponti, piloni e altri natanti.

Per determinare autonomamente un percorso senza ostacoli, e per evitare di urtare altri oggetti, Roboat usa uno scanner lidar e diverse microcamere che consentono una visione a 360 gradi. Tutti questi sensori sono considerati dei “kit di percezione” e pertanto permettono a Roboat di vedere ciò che c’è attorno.

Un esempio: quando il sistema scansione un oggetto, come una canoa, l’algoritmo segnala questo oggetto come “sconosciuto”. In seguito, quando il team controlla i dati raccolti, l’oggetto “sconosciuto” viene catalogato come “canoa”.

Il sistema è molto simile a quello montato sulle auto a guida autonoma. Funziona un po’ come un timoniere che dà ordini ai vogatori. Solo che questi “ordini” si trasformano in istruzioni ai motori, su quale percorso seguire. 

Ma la tecnologia del taxi a guida autonoma non finisce qui. Il sistema di videocamere installato a bordo è in grado di leggere specifici QR code dei moli sui quali far scendere i passeggeri.

Oppure il QR code di altre barche, alle quali accostarsi fino a entrare in contato per formare dei temporanei ponti di barche, in grado di far passare dei pedoni. “O formare dei palchi temporanei”, come dice Carlo Ratti, anch’egli professore del Mit. 

La forma di queste Roboat può variare in base ai gusti. Essendo senza conducente, viene mossa da un operatore, che può movimentare fino a 50 unità.

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