Rinnovabili • ricarica bidirezionale

Così la ricarica bidirezionale delle auto aiuta le energie rinnovabili

Nissan ha preso parte ad un nuovo progetto dedicato al V2G: in Germania alcune batterie delle sue LEAF sono state impiegate per lo stoccaggio di elettricità rinnovabile prodotta localmente.

ricarica bidirezionale
Credit: Nissn

La ricarica bidirezionale dei veicoli elettrici è uno strumento chiave del programma federale SINTEG

(Rinnovabili.it) – Utilizzare la tecnologia digitale per portare avanti la transizione energetica. Questa l’idea alla base di SINTEG, programma lanciato dal  Ministero tedesco dell’economia e dell’energia e dedicato all’innovazione tecnologica. Tra gli strumenti messi in campo per raggiungere l’obiettivo c’è anche la ricarica bidirezionale delle auto elettriche o tecnologia V2G (vehicle-to-grid). Questa tecnologia permette di sfruttare le piccole unità di accumulo dei veicoli per stabilizzare la rete. Come? Caricando le batterie auto durante i picchi di produzione rinnovabile o prelevando l’elettricità dalle stesse nei momenti di alta domanda.

A testare le potenzialità in Germania sono stati l’operatore di trasmissione energetica TenneT, la casa automobilistica Nissan e la società tecnologica The Mobility House. Il progetto ha previsto l’utilizzo di alcune batterie di Nissan LEAF per evitare i colli di bottiglia nella trasmissione, dovuti all’immissione decentralizzata delle fer.

I mezzi elettrici firmati Nissan possiedono fin dal 2010 (anno di lancio) lo standard CHAdeMO, che permette lo scambio bidirezionale.

Leggi anche Decreto Vehicle to grid, i criteri per la ricarica bidirezionale

Nel dettaglio, l’operatore ha impiegato l’energia eolica, disponibile nel nord della Germania, per alimentare i veicoli elettrici della regione. Durante i picchi della domanda, le batterie delle LEAF completamente cariche hanno fornito l’elettricità conservata a loro interno. In questo modo TenneT ha potuto evitare l’aumento di generazione elettrica da combustibili fossili.

Durante l’operazione di condivisione dell’energia si è tenuto conto, ovviamente, delle esigenze di mobilità e di ricarica degli utilizzatori delle auto. Le procedure di redistribuzione intelligente sono state regolate dal software di The Mobility House, il sistema smart di gestione dell’energia e della ricarica ChargePilot.

Il progetto pilota ha dimostrato che in futuro sarà possibile usare l’elettromobilità per controllare in modo flessibile la produzione di energia rinnovabile subordinata alle condizioni meteo, riducendo il livello di sollecitazione della rete elettrica e consentendo di limitare le costose restrizioni delle turbine eoliche”, ha dichiarato il Managing Director di TenneT Tim Meyerjürgens. “La flessibilità nel breve termine fornita dalla mobilità elettrica ci garantisce la possibilità di integrare l’espansione della rete, diventando un importante anello di congiunzione per la transizione dell’energia”. 

Si stima che il consumatore, che mette a disposizione della rete la propria vettura, possa generare un profitto di circa a 2.500 euro all’anno.

Leggi anche ARERA: per la mobilità elettrica essenziale la ricarica intelligente