L’Italia resta fanalino d’Europa per km di piste ciclabili – 2,8 ogni 10mila abitanti. Per recuperare serve un piano straordinario di investimenti da 500 mln euro l’anno fino al 2030. Da mettere già nella legge di bilancio di quest’anno
Il dossier di Clean Cities, Fiab, Kyoto Club e Legambiente sulla mobilità ciclabile in Italia
(Rinnovabili.it) – L’Italia investe in piste ciclabili e bonus bici 100 volte di meno che in incentivi per le auto, strade e viadotti. Poco più di 1 miliardo di euro per le bici contro 98 per il settore automotive. E la maggior parte degli investimenti sono concentrati nelle città che avevano già un’attenzione particolare per la mobilità sostenibile negli anni precedenti. Così l’Italia resta fanalino d’Europa per km di piste ciclabili – 2,8 ogni 10mila abitanti – con picchi negativi al sud, dove molti capoluoghi sono ancora fermi a zero, e città come Modena, Ferrara e Reggio Emilia che invece se la giocano da pari a pari con capitali europee della mobilità ciclabile come Helsinki, Amsterdam e Copenaghen.
Sono i numeri che emergono dal rapporto “L’Italia non è un paese per bici” pubblicato oggi da Clean Cities insieme a Fiab, Kyoto Club e Legambiente. Come recuperare questo distacco col resto d’Europa? Partiamo da cosa esiste oggi. Le città che hanno un Piano urbano per la mobilità sostenibile (PUMS) che include un biciplan pianificano quasi 3.500 nuovi km di ciclovie urbane rispetto ai 4.000 già esistenti (+83%). A questi si aggiungono oltre 4.500 km previsti dai PUMS di alcune città metropolitane, per un totale di circa 8.000 km di nuove ciclabili da realizzare. Ma per consentire uno spostamento modale con la mobilità ciclabile protagonista, servono 21.000 nuovi km entro il 2030.
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Quanto costa tutto questo? Per realizzare tutte le misure contenute nei PUMS servono 1,34 mld euro. Cioè una cifra che è 10 volte più alta di quella complessivamente stanziata realmente fino ad ora. Per recuperare il gap e dotare l’Italia di una vera rete per la mobilità ciclabile servirebbero invece altri 3,2 mld euro. Tanti, ma pur sempre appena il 3,5% degli investimenti dedicati alle 4 ruote.
Da questi numeri nasce la proposta: ministero delle infrastrutture e dei trasporti e parlamento dovrebbero integrare il Piano Generale della Mobilità Ciclistica con un piano straordinario di investimenti per la ciclabilità nella prossima legge di bilancio. Lo stanziamento dovrebbe battere sui 500 milioni di euro l’anno fino al 2030.
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“La nostra analisi ci dice tre cose: uno, che spendiamo tante, troppe delle nostre tasse per sovvenzionare l’uso dell’automobile privata, e pochi spiccioli per dare a tutti la possibilità di muoversi in bicicletta; due, che le nostre città sono ancora molto poco ciclabili, e che vasta parte degli attuali progetti di sviluppo della ciclabilità non sono sufficienti a consentire un vero salto di qualità; tre, che per rendere le nostre città ciclabili davvero basterebbe investire poco più di tre miliardi di euro, tanto quanto stiamo spendendo ogni tre mesi per abbassare un pochino il prezzo di diesel e benzina”, spiega Claudio Magliulo, responsabile italiano della campagna Clean Cities.