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La road map di Hitachi Rail: visione e innovazione green

La mobilità sostenibile è una delle frontiere più importanti per definire il mondo di domani. Per comprendere meglio come viene progettato il prossimo futuro della mobilità parliamo con l’ingegner Ulderigo Zona, direttore Hitachi Rail Group per il dipartimento Safety, Health, Enviroment and Quality

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Credits: Hitachi Rail

Come cambia la mobilità dopo il Covid-19, secondo Hitachi Rail?

(Rinnovabili.it) – A livello globale, il settore dei trasporti è responsabile di 1/5 delle emissioni di CO2. Ed è anche il settore dove si continuano a registrare meno progressi. Quasi metà di queste emissioni dipende dal traffico veicolare su strada, auto e bus soprattutto. In pratica, è il modo in cui ci spostiamo tra casa, lavoro e tempo libero a fare gran parte della differenza. E conterà ancora di più in futuro, quando le nostre società ed economie avranno metabolizzato gli shock causati dalla pandemia, e cambieranno inevitabilmente – per proteggersi, certo, ma anche per innovarsi.

La mobilità sostenibile in questo senso è una delle frontiere più importanti per definire il mondo di domani. E al posto di guida di questa transizione siedono senz’altro i top player del settore. Per comprendere meglio come viene progettato il prossimo futuro della mobilità, Rinnovabili.it ha contattato Hitachi Rail, la società del gruppo giapponese specializzata nella costruzione di materiale rotabile. Una multinazionale con un alto potenziale trasformativo in questo settore. Ne parliamo con l’ingegner Ulderigo Zona, da aprile 2020 direttore Hitachi Rail Group per il dipartimento Safety, Health, Enviroment and Quality.

Come cambierà la nostra mobilità in un mondo post Covid-19?

Il coronavirus ha messo in ginocchio tutto il mondo. Ha dimostrato che abbiamo molte fragilità. Anche nei trasporti. I bus ad esempio sono pochi, e in gran parte obsoleti. Le metropolitane insufficienti. Il futuro ci porterà a investire in maniera sostenibile. Cosa significa questo? Significa che le scelte e gli investimenti che dovranno essere fatti nel futuro dovranno non solo guidati da regole finanziarie ma dovranno partire dai punti di debolezza evidenziati in maniera forte durante la pandemia e trasformarli in opportunità per avere una qualità della vita migliore. Dovremo migliorare il trasporto collettivo, non solo con nuovi sistemi di trasporto ma che siano tra di essi interconnessi e dove anche il trasporto privato dovrà essere parte di questo progetto attraverso il car sharing. Anche le aziende ed il mondo del lavoro dovrà essere parte integrante di questa trasformazione. In buona sostanza: bisognerà seguire e comprendere i flussi, e saper prendere delle decisioni conseguenti che abbiano impatto zero sull’ambiente.

Come si sta muovendo Hitachi Rail, sotto questo profilo?

Tra i nostri obiettivi principali non solo potremo costruire nuovi sistemi di trasporto ma dovremmo utilizzare tutti quei dati che già oggi sono disponili in maniera disaggregata e renderli interconnessi tra di loro attraverso una digitalizzazione dei processi. Bisogna poter gestire in maniera integrata l’intero sistema di riferimento. Utilizzare i dati in modo strutturato permette di progettare e impiegare sistemi che ottimizzano su più livelli.  Tra questi una tecnologia che abbiamo sviluppato e che continuiamo a migliorare è quella dei sistemi di trasporto driverless.

Quali sono i vantaggi dei trasporti pubblici senza pilota?

La tecnologia driverless, di cui Hitachi Rail è leader mondiale, è molto utilizzata nelle metropolitane. Permette una flessibilità molto ampia nell’esercizio ferroviario perché permette di variare il cadenzamento dei treni adattandoli alle esigenze della domanda quindi incrementando la disponibilità durante le peak hours e riducendola nelle altre ore. Ciò porta anche ad una significativa riduzione di assorbimento di energia nell’arco dell’intera giornata

Come declinate la gestione integrata in questo caso?

Ad esempio, tramite sensori che rilevano il numero di persone sulla banchina, il sistema adegua la frequenza dei passaggi dei treni. Questa tecnologia intelligente ci consente di dare per la disponibilità del personale. In merito a quest’ultimo la tecnologia driverless non significa ridurlo, ma fargli svolgere compiti diversi soprattutto orientati ai viaggiatori (sicurezza, informazioni, controllo). Hitachi Rail ha anche implementato sistemi di controllo della marcia dei treni con tecnologia satellitare con il vantaggio della riduzione il numero dei dispositivi di controllo installati. Tutto ciò porta a meno dispositivi da produrre, da smaltire ed un significativo risparmio nelle operazioni di manutenzione.

centro di controllo a Riad
Nella foto: centro di controllo a Riad

Un quadro in cui la tecnologia senza pilota sembra avere un grande potenziale di espansione.

Certamente. Il driverless prenderà sempre più piede, non c’è dubbio. Hitachi Rail ha iniziato nel 2002 con la prima metro a Copenhagen. Poi In Italia la Linea 5 di Milano, Brescia, la linea C della metropolitana di Roma ed all’estero in Arabia Saudita a Riad. Sono in corso altri progetti alle Hawaii in Honolulu, in Grecia a Salonicco, e ancora in Arabia Saudita a Riad. Abbiamo anche costruito il primo sistema di trasporto commerciale driverless al mondo con Rio Tinto in Australia.

Parliamo ancora di innovazione, ma rispetto ai sistemi di alimentazioni. Su cosa punta Hitachi Rail?

Abbiamo un grande focus nello sviluppo di batterie. Specialmente per la produzione di batterie con alta capacità di stoccaggio di energia. Lavoriamo sui treni ibridi a batteria.

L’alimentazione però non è l’unica componente della mobilità con un impatto ambientale rilevante.

Hitachi Rail sta progettando da tempo treni con un’attenzione particolare all’ambiente attraverso la riduzione dei consumi di energia ottenuta con l’utilizzo di materiali più leggeri e tecnologie e sottosistemi più performanti. Parliamo quindi dell’intera fase di progettazione declinata in senso ecosostenibile.

Un esempio concreto?

Gli ultimi treni, come il Rock per la mobilità regionale in Italia, sono costruiti in gran parte con materiali riciclabili. Non solo l’architettura, che è caratterizzata da casse in lega leggera, ma anche l’utilizzo di materie prime provenienti dal riciclo fanno del Rock un prodotto green. Dobbiamo tener conto che i treni hanno una vita di servizio di circa 20 anni. Poi tutti questi materiali vanno riciclati.

L’attenzione ai materiali si allarga a livello di intera filiera?

Guardi, su questo punto abbiamo policy precise. Il nostro obiettivo è essere punto di riferimento verso tutti i fornitori. L’economia non è solo “costo”. Non è solo un puro esercizio matematico. Deve essere coniugata con la sostenibilità e con un’etica del comportamento. Per ciò la nostra filiera di fornitori è composta da soggetti che condividono i nostri stessi obiettivi etici. Di più: non acquistiamo materie prime e semilavorati da paesi che sono in conflitto o che non rispettano, a livello di Stato, gli standard Hitachi Rail.

L’ingegner Ulderigo Zona, direttore Hitachi Rail Group per il dipartimento Safety, Health, Enviroment and Quality
Nella foto: l’ingegner Ulderigo Zona, direttore Hitachi Rail Group per il dipartimento Safety, Health, Enviroment and Quality

Come gestite l’impatto ambientale sul fronte impianti di produzione?

Stiamo investendo per installare la capacità necessaria per far funzionare i nostri stabilimenti con energia da fonti rinnovabili. Al 2030 puntiamo ad avere emissioni zero negli impianti. In quello di Tito (Potenza) è in corso un progetto pilota per installare un parco fotovoltaico che consenta di produrre il 60% dell’energia necessaria.

Anche i vostri dipendenti sono commuters. Che segno lascerà il Covid-19 da questo punto di vista?

Noi siamo stati tra i primi gruppi in Italia ad utilizzare lo smart working già precedentemente al Covid. La pandemia ci sta insegnando che il mondo del lavoro dovrà cambiare e noi ci stiamo muovendo in questa direzione. Dobbiamo ripensare anche alla mobilità dei nostri lavoratori sia incentivando l’utilizzo dei trasporto pubblico ma puntando anche sul car sharing. Abbiamo un progetto pilota a Napoli, con auto aziendali full electric e colonnine di ricarica installate presso la nostra sede sia per le nostre auto ma anche per i visitatori. Come gruppo Hitachi Rail siamo impegnati a sviluppare una cultura della sostenibilità a tutto tondo.

Come?

Hitachi Rail, ad esempio, sta per lanciare un progetto di e-learning. Lo abbiamo messo a punto utilizzando le lezioni apprese durante la prima fase della pandemia in ambito comunicazione. Così puntiamo a moltiplicare l’impatto del training. Bisogna lavorare a livello di cultura.

In che senso?

La sostenibilità, come la sicurezza, sono questioni di cultura. Va cambiato il modo di pensare che cambierà di conseguenza le regole del comportamento sociale. Non basta, anzi è inutile, imporre solo delle regole ma la sostenibilità deve essere uno stile di vita che ci può dare un futuro migliore non solo a noi ma alla futura generazione. Questo è l’obiettivo di Hitachi Rail non solo nell’innovare la mobilità ma per essere sempre di più una società responsabile nei territori in cui operiamo e non solo.