L’Osservatorio Smart & Connected Car della School of Management del PoliMi presenta i dati sulla mobilità intelligente nazionale. Il 36% di comuni sopra i 25mila abitanti ha attivato progetti negli ultimi 3 anni
Cosa sono le connected car e quali sono i trend di settore?
(Rinnovabili.it) – Cresce il segmento delle connected car in Italia. Nel 2019 il mercato nazionale delle soluzioni per i veicoli connessi e intelligenti ha toccato un valore di 1,2 miliardi di euro. Si tratta di un aumento del 14 per cento rispetto l’anno precedente, perfettamente in linea con i trend dei principali mercati occidentali. I dati appartengono all’Osservatorio Smart & Connected Car della School of Management del PoliMi che oggi ha presentato in un convegno online gli ultimi numeri del settore. Si scopre così che nel Belpaese sono attualmente su strada 16,7 milioni di connected car, pari a oltre il 40 per cento delle vetture circolanti.
Ma cosa significa realmente “veicolo connesso”? In generale l’aggettivo indica la possibilità per l’automobile di comunicare in maniera bidirezionalmente con sistemi esterni (infrastrutture, cloud, altre vetture e persino pedoni). Secondo l’osservatorio, i dispositivi più diffusi sono i box GPS/GPRS per la localizzazione in tempo reale dell’auto e la registrazione dei parametri di guida. Questi tracker sono presenti nel 63% delle connected car in circolazione. Ma la crescita è trainata dalle auto nativamente connesse tramite SIM (2,2 milioni) o tramite sistemi bluetooth (4 milioni).
Leggi anche Smart Mobility, perfetta sintesi tra visione e tecnologia
Un’ulteriore accelerazione arriverà anche dagli ultimi obblighi normativi per il comparto. A partire dalla legge europea che impone a tutte iveicoli commerciali leggeri di nuova omologazione di montare di serie il sistema eCall per la chiamata di emergenza. O ancora, dall’entrata in vigore nel 2022 della normativa comunitaria che impone l’adozione di sistemi ADAS, come la frenata automatica o il mantenimento in corsia. Avrà un impatto positivo sul mercato anche il crescente numero di aziende in grado di raccogliere grandi quantità di dati sulle smart car e utilizzarli per migliorare i servizi o proporne di nuovi. Basti pensare che la componente dei servizi già nel 2019 valeva 330 milioni di euro. Un più 20 per cento sul 2018
L’avanzata della Smart Mobility in Italia
A crescere è anche l’interesse per le iniziative di mobilità intelligente. Oggi, più di un comune su tre con popolazione oltre i 25mila abitanti ha avviato almeno un progetto nel triennio 2017-2019; a questi si aggiunge più di un altro terzo di realtà che lo aveva già attivato prima del 2017.
L’incremento delle iniziative è trainato dall’impegno delle PA locali, che nell’87 per cento dei casi danno grande importanza a questo settore; un contributo fondamentale arriva anche dalla maturità raggiunta dai progetti: il 58 per cento ha superato la fase di sperimentazione ed è applicato a tutta l’area urbana. Le soluzioni più diffuse sono legate alla mobilità elettrica (21%) e ai servizi di sharing (18%), seguiti dai progetti per la gestione dei parcheggi (16%) e del traffico (14%) e dalle soluzioni di guida autonoma (10%). Gli obiettivi alla base delle iniziative? La sostenibilità ambientale (28%), il miglioramento dei servizi al cittadino (24%), l’introduzione di nuovi servizi (12%) e una maggiore sicurezza stradale (14%).
Leggi anche Mobilità condivisa in Italia: 5 mln di iscritti alla sharing mobility