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Shell: biofuel, quelli avanzati hanno bisogno di incentivi

La compagnia analizza l’attuale apporto energetico dei biocarburanti di prima generazione confrontandoli con le potenzialità di sviluppo attuali e future di quelli avanzati

(Rinnovabili.it) – Il contributo dei biocarburanti ai rifornimenti per il settore trasporti potrebbe aumentare in modo significativo nel medio-lungo termine, ma se è alla sostenibilità che si guarda saranno necessarie le giuste politiche incentivanti. La pensa così Shell che, dopo l’annuncio della UE di voler mettere mano ai target per lo sviluppo del biofuel, ha pubblicato lo studio “Dopo la Super E10: quale ruolo per i biocarburanti”. Il documento redatto in collaborazione con l’International Institute for Sustainability Analysis and Strategy (IINAS) e l’Istituto tedesco per la ricerca energetica e ambientale IFEU, analizza l’attuale apporto energetico dei biocarburanti di prima generazione confrontandoli con le potenzialità di sviluppo attuali e future di quelli avanzati.

E’ un dato certo che oggi i biofuel costituiscano la più importante fonte di energia alternativa per i trasporti con una quota rispetto al consumo di carburante del 4,5% a livello europeo. Ma perché possano dare un contributo maggiore (per raggiungere l’obiettivo Ue 2020 del 10% di energie rinnovabili nel settore dei trasporti su strada) e dovendo escludere dal mix quelli ottenuti dalle colture alimentari, è necessario che la II e III generazione accelerino la fase di scaling up.

“E’ possibile aumentare l’uso di carburanti avanzati, ma si tratta di obiettivi ambiziosi”, ha dichiarato Joerg Adolf, capo economista di Deutsche Shell. “Avremo bisogno di ricerca e sviluppo di biocarburanti di seconda generazione. Avremo anche bisogno di impianti di produzione di grandi dimensioni”, ha aggiunto. “Attualmente possediamo solo alcune centrali pilota, quando invece dovremmo avere una produzione di milioni di tonnellate”. Secondo Adolf gli incentivi esistenti non sono attualmente sufficienti a sostenere l’ampio e strategico investimento per l’introduzione su larga scala di tecniche produttive per i biofuel avanzati. “Riteniamo che questi grandi impianti industriali abbiano bisogno di tre o quattro anni di lead time compresa la pianificazione, gli investimenti e la burocrazia”.