Da Strasburgo la proposta di un fondo europeo pro “riciclaggio sicuro” da finanziare con i contributi di tutte le navi in entrata nei porti UE e l’obbligo di redigere liste dei materiali pericolosi
(Rinnovabili.it) – Nuovo passo avanti per i piani europei finalizzati a rendere ecologiche le operazioni di riciclo delle vecchie navi e garantire una rottamazione in impianti autorizzati. Il progetto legislativo è stato al centro dei lavori della commissione ambiente del Parlamento riunitasi ieri per votare la relazione del deputato Carl Schlyter (Verdi / ALE, DE).
Il documento approvato dalla Commissione parlamentare propone uno specifico regime finanziario in linea con il principio “chi inquina paga”: tutte le navi in entrata nei porti europei dovrebbero pagare una tassa che andrebbe a finanziare un fondo a sostegno dell’industria del riciclaggio. Gli armatori potrebbero scegliere tra un prelievo annuale, da pagare direttamente al fondo di riciclaggio, o una tassa per ogni scalo al porto, che verrebbe raccolta dalle autorità portuali. Secondo gli europarlamentari la misura potrebbe rendere competitiva la spedizione dei rottami navali in impianti di trattamento autorizzati a livello comunitario, arginando le pratiche di smaltimento.
Riciclo sicuro grazie alla “lista dei materiali pericolosi”
Gli Stati membri sarebbero tenuti a garantire la redazione un inventario dei materiali pericolosi a bordo di ogni nave europea ed extracomunitaria. Qualora, in caso di ispezione, emergesse che le condizioni della nave non fossero conformi con l’inventario, potrebbero essere imposte delle sanzioni. “Il voto di oggi, si spera, pone fine all’incauta demolizione delle imbarcazioni nei paesi in via di sviluppo. Attualmente, la maggior parte delle navi dell’UE a fine vita sono inviate nel sud-est asiatico, dove vengono spiaggiate mentre i materiali pericolosi danneggiano la salute umana e quella ambientale”, ha spiegato Schlyter. “I deputati hanno votato con una maggioranza molto larga per creare incentivi finanziari destinati ad una rottamazione sicura, tra cui un fondo di riciclaggio finanziato dall’industria stessa. Ci auguriamo che tutto ciò venga incluso nella legislazione finale”.