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Le Fake delle Faq del Ponte sullo Stretto di Messina: Wwf, Lipu e Kyoto Club lanciano l’allarme

ponte stretto di messina
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Il ddl sul progetto di costruzione del Ponte a Campata unica più lungo al mondo è pronto a diventare legge

(Rinnovabili.it) – Dopo gli squilli di tromba del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che annunciavano a gran voce il via libera alla costruzione del ponte sospeso più lungo al mondo, o più semplicemente il Ponte sullo Stretto di Messina, ecco che spuntano gli altarini. A sollevare il tappeto portando alla luce “dettagli” non insignificanti sullo stato di fatto del progetto, sono nientemeno che alcune delle principali associazioni ambientaliste quali Wwf, Lipu e Kyoto Club.

Dispendioso, anticostituzionale, rischioso dal punto di vista tecnologico e dannoso sotto il profilo ambientale, sono solo alcune delle criticità messe nero su bianco dagli ambientalisti nel Dossier Lo Stretto di Messina e le ombre sul rilancio del ponte”.

Il report arriva in risposta alle Faq pubblicate la scorsa settimana dal Ministero e con le quali provava a sfatare alcuni luoghi comuni sulla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Il Dossier delle ong diventa la voce ufficiale delle già numerose critiche sollevate sulla sua costruzione, come le “Fake-Faq” pubblicate dall’Associazione “Invece del Ponte” in risposta al testo del MIT.

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La fattibilità del Ponte che cambia col nome del Ministero

Secondo il pool di esperti interpellati per redigere il Dossier, la legge sul Ponte tra Messina e Reggio Calabria potrebbe essere incostituzionale. La procedura di VIA, Valutazione di Impatto Ambientale, è “addomesticata” perché andrebbe rifatta dopo 5 anni e il progetto definitivo non ha mai ottenuto la “Compatibilità ambientale”. Inoltre l’affidamento General Contractor Eurolink (capeggiato da Webuild) ha completamento bypassato l’obbligo di gara.

Non a caso nel 2021 fu lo stesso MIT, che allora si chiamava Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile (MiMS), ad evidenziare i punti di debolezza del progetto del ponte ad unica campata proposto nel 2011 ovvero:

Costi inspiegabili

Le ong nel loro dossier sottolineano anche un aspetto essenziale da tenere presente: il costo insostenibile dell’opera. Nessun privato finanzierebbe un’opera per la quale non può essere previsto un numero di pedaggi a carico dell’utente, vista la brevità del percorso e delle opere connesse. Né tantomeno si spiegano i 14,6 miliardi di euro previsti per la sua costruzione, ben al di sopra dei 9 mld di euro calcolati aggiornando il prezzo dell’opera del 2003 (3,9 mld) attenendosi alla norma europea.

La costruzione del Ponte da record non varrebbe nemmeno a livello occupazionale. Le 85.131 ore di lavori previste per la sua costruzione, richiederebbero poco più di 507 addetti.

I flussi di traffico non ripagano l’opera

Il Dossier si sofferma anche sul perché dovrebbe essere costruito il Ponte sullo Stretto, citando ancora una volta il documento redatto dal MiMS. Secondo il gruppo di lavoro del ministero il 76,2% degli spostamenti su nave in ambito locale avviene da parte di passeggeri senza auto e complessivamente coloro che ogni giorno si muovono tra le due sponde sono 4.500 persone. Mentre il traffico su gomma sarebbe sovradimensionato calcolando un flusso bidirezionale di 105 mln di auto l’anno, quando nella realtà sarebbero poco più di 11,6 mln di auto.

Mancano le altezze e grandi navi dovranno circumnavigare la Sicilia

Si legge nel progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina che il “franco navigabile”, ovvero lo spazio a disposizione delle navi per passare sotto all’infrastruttura, sarà di 65 metri. Se non fosse che le principali portacontainer in rotta dall’Oceano Indiano verso Gioia Tauro, il più grande scalo italiano di transhipment, avrebbero bisogno di 15 metri in più, come sottolineano le ong. Una volta costruito il ponte a campata unica, le grandi navi dovrebbero impensabilmente circumnavigare la Sicilia.

L’impatto ambientale

Nelle sue Faq, il Ministero dei Trasporti nega che il progetto per il ponte possa deturpare la bellezza del paesaggio che lo ospita. Purtroppo però l’infrastruttura si troverà a tagliare trasversalmente il percorso di migrazione di centinaia di uccelli, inserendosi prepotentemente nella fragile costa calabrese e nel prezioso ecosistema botanico della Sicilia. D’altro canto nel 2013, la Commissione VIA del Ministero diede un parere negativo allo stesso progetto oggi riproposto.

Insicuro ed anticostituzionale

Anche in tema di sicurezza il progetto pecca di superbia. La velocità dei venti sullo Stretto sarebbe ben al di sopra di quanto stimato e in base ai rilevamenti attuali, i giorni di chiusura dell’attraversamento a causa di venti troppo elevati, sarebbe superiore ai 45 giorni l’anno. Parlando di sismica, il terremoto della Turchia (7.8 scala Richter) ci ha fatto ben comprendere che l’area mediterranea potrebbe essere soggetta a fenomeni di intensità più alta di quanto ci possiamo aspettare (7.1 Richter).

In conclusione per essere davvero sostenibile a livello ambientale, sicuro a livello sismico e di resistenza al vento, adatto al passaggio di grandi navi, il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina andrebbe totalmente rivisto, un intervento che però comporterebbe il riavvio di tutta la procedura legislativa, un passaggio chiaramente insostenibile.

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