(Rinnovabili.it) – Come smaltire i vecchi sacchetti di plastica ora che sempre più paesi al mondo ne stanno sancendo la messa al bando? Magari trasformando il rifiuto in una risorsa riutilizzabile. Ed è questo l’obiettivo a cui stanno puntando un gruppo di scienziati indiani, intenti a convertire la plastica in carburante per auto.
Il chimico Achyut Kumar Panda della Centurion University of Technology and Management e l’ingengere Raghubansh Kumar Singh del National Institute of Technology hanno sviluppato un processo a temperatura relativamente bassa per ottenere combustibile liquido da polimero comune, il polietilene a bassa densità (LDPE), normalmente impiegato per realizzare molti tipi di contenitori, attrezzature mediche, componenti di computer e, naturalmente, i sacchetti di plastica.
Nel nuovo approccio, il team riscalda la plastica tra 400 e 500 gradi Celsius impiegando il caolino, un minerale argilloso, come catalizzatore. Questo fa sì che le lunga catene polimeriche del polietilene si spezzino in un processo noto come degradazione termo-catalitica.
Il risultato del processo sono piccole molecole a 10-16 atomi di carbonio, un prodotto chimicamente simile ai combustibili tradizionali. La squadra ha ottimizzato la reazione fino ad un rendimento del 70%, ovvero per ogni chilogrammo di rifiuti plastici si ottengono 700 grammi di combustibile liquido.
Il processo, pubblicato nel Giornale Internazionale di Ambiente e Gestione dei Rifiuti, potrebbe, se implementato su larga scala, ridurre le pressioni sulle discariche così come migliorare gli effetti della diminuzione delle forniture di petrolio. Attualmente gli scienziati stanno tentando di aumentarne ulteriormente l’efficienza ma, spiegano, per ottenere un rendimento dell’80 per cento e ridurre al minimo i tempi di reazione, è necessario un kg di caolino per ogni 2 kg di plastica.