(Rinnovabili.it) – Anche l‘idrogeno ha un posto di primo piano nel programma di sviluppo italiano dei combustibili alternativi. A raccontare come e perché questo vettore energetico può ridisegnare la mobilità nazionale a medio e lungo termine è stato oggi a Catania, Alberto Dossi, Presidente del Comitato di Indirizzo Strategico di Mobilità Idrogeno Italia (MH2IT).
L’occasione è stata quella offerta dal convegno “Smart&Slow: la visione della mobilità del futuro”, una due-giorni di studio promossa da ANCI, Ministero dell’Ambiente e Comune di Catania. Ed è proprio nel segno del futuro che Dossi ha presentato la proposta del Piano Nazionale per la Mobilità a Idrogeno. Il comitato MH2IT è un organismo che riunisce i principali soggetti del settore e che ha affiancato le autorità competenti nella redazione del documento che il Governo presenterà alla Commissione Europea entro novembre, come previsto dalla Direttiva 2014/94/UE sullo sviluppo del mercato dei combustibili alternativi.
“Questo risultato è stato possibile grazie ad un’iniziativa spontanea costruita dal basso dal mondo industriale – ha spiegato Dossi – e che ha coinvolto il mondo istituzionale, la ricerca e tutti i portatori d’interesse di questo settore. Mobilità Idrogeno Italia infatti è nata un anno fa per affrontare tutte le questioni tecniche, regolamentari e finanziarie ed è riuscita a ottenere dal Ministero dello Sviluppo Economico il mandato ufficiale per l’elaborazione del Piano Nazionale di Sviluppo delle Infrastrutture per il Rifornimento di Idrogeno nei Trasporti, ora in approvazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, prima della presentazione alla UE il prossimo novembre”.
Il risultato è nelle pagine del Piano Mobilità Idrogeno Italia: l’obiettivo è quello di portare su strada 27.000 veicoli a idrogeno entro il 2025 e ben 8 milioni e mezzo al 2050, affiancati da 23.000 autobus a fuel cell e riforniti da 5.000 stazioni di approvvigionamento.
Il documento si focalizza sul trasporto stradale e fa una stima dell’entità del finanziamento necessario anche per le altre applicazioni nei veicoli industriali, nel trasporto ferroviario e navale. Elemento determinate, la produzione di idrogeno per la quale il Piano analizza tutte le tecnologie esistenti e commercialmente valide, dallo steam reforming di gas naturale e biometano all’elettrolisi dell’acqua da rinnovabili.
La strategia che disegna per procedere verso il duplice obiettivo temporale è chiara: inizialmente, per minimizzare i rischi finanziari e introdurre la tecnologia, prevede un approccio captive fleet, con introduzione di flotte per le autovetture e gli autobus in grado di assicurare un adeguato fattore di carico per ciascuna stazione di rifornimento.