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Pendolaria 2022, la fotografia del sistema ferroviario italiano

Nel 2021 sono diminuiti i passeggeri dell'alta velocità, dell'Intercity e dei regionali. Ancora disagi per i pendolari a causa di città impreparate a garantire i distanziamenti ma cresce il numero di treni circolanti

Pendolaria 2022

di Andrea Barbieri Carones

Legambiente ha presentato stamane Pendolaria 2022, l’annuale radiografia del trasporto ferroviario italiano, contenente anche una sorta di agenda con gli interventi da realizzare al 2030 per migliorare la mobilità nazionale.

Il quadro che ne emerge è di profonda incertezza. Lo scorso anno il settore ha dovuto tener conto delle limitazioni imposte dalla pandemia del Covid-19, con disagi dovuti al sovraffollamento dei treni e ai tagli al servizio per la malattia del personale. Per fortuna il 2021 è stato anche un anno in cui si è tornato a parlare di investimenti e riforme, grazie anche alle risorse previste dal Recovery Plan approvato dal governo Draghi.  

In generale,il numero di passeggeri a bordo si è ridotto su tutti i segmenti, con un meno 40% per l’alta velocità e Intercity e un meno 45% per i treni regionali. Tanti i disagi che hanno vissuto i pendolari e gli studenti,per autobus e treni sovraffollati, in particolare sulle linee che da anni sono le peggiori d’Italia come Roma-Lido, Roma-Viterbo, Circumvesuviana e alcune tratte lombarde.

Segnale positivo,invece, per il rinnovo del parco dei treni circolanti. Nel 2021 sono arrivati 105 nuovi convogli che si aggiungono ai 757 già immessi sulla rete ferroviaria.

Il focus di Pendolaria 2022 è stato dedicato al nuovo scenario di investimenti previsti per il sistema dei trasporti in Italia,per capire quanto possano essere davvero decisivi per ridisegnare, in chiave sostenibile, gli spostamenti all’interno della penisola e nelle isole.

Pendolaria 2022, per migliorare c’è il PNRR

“Il PNRR – ha detto Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente– rappresenta la grande novità del 2021 con risorse senza precedenti per gli interventi sul sistema dei trasporti in Italia. Si deve investire per recuperare il gap di metro e tram delle città italiane, solo in parte recuperato, e dare finalmente ai cittadini del sud la possibilità di spostarsi in treno. In Italia, infatti, non bastano le infrastrutture e girano troppo pochi treni nelle città e nelle regioni fuori dall’alta velocità. Al Governo chiediamo di mettere queste priorità al centro del nuovo Piano dei trasporti annunciato dal Ministro Giovannini”.

Il PNRR prevede 26 miliardi di euro per il trasporto ferroviario, con interventi da realizzareentro il 2026. Complessivamente sono in cantiere o finanziati 797 chilometri di nuove linee ad alta velocità, interventi di potenziamento di collegamenti trasversali. 

Questo senza dimenticarel’elettrificazione della rete e l’installazione di sistemi di controllo della sicurezza su 1.635 km di rete, che porterà la percentuale di elettrificazione in Italia dal 69,5 al 77,8%.

C’è poi il nodo delle grandi aree urbane, dove tra PNRR e risorse statali sono in cantiere o finanziati 116,5 chilometri di metropolitane tra nuove e riconversioni (a Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli, Catania), 235,7 di tranvie (a Milano, Bergamo, Brescia, Padova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, Cagliari e Sassari), 102,9 di filobus e busvie (tra quelle finanziate al 100%).

Inoltre, sono previste risorse per le linee regionali, per il rinnovo dei treni Intercity e per l’acquisto di treni a idrogeno, anche se non vi è alcuna garanzia che sia utilizzato idrogeno prodotto da fonti rinnovabili e il rischio di rappresentare uno spreco di risorse pubbliche è molto alto.

Secondo Legambiente, i ritardi da recuperare nel sistema dei trasporti in Italia sono notevoli. Basti pensare che in tutta la Penisola ci sono meno chilometri di metropolitane rispetto alla sola città di Madrid: 248 km contro 291. E negli ultimi anni il gap si è allargato, visto che il paese ha viaggiato a un ritmo di meno di 600 metri all’anno di nuove metropolitane. 

Discorso simile per le tranvie nessun chilometro è stato inaugurato nel 2020 e 2021, mentre 5 km erano stati inaugurati nel 2019 e 5,5 nel 2018.

La TAV cresce, gli intercity calano e le metropolitane sono “ferme”

Negli ultimi vent’anni il nostro Paese ha continuato a investire in strade e autostrade, intercettando dal 2002 al 2019 il 60% degli investimenti. Anche se gli sprechi restano tanti e la qualità scarsa. Più recentemente si sono anche ampliate le differenze tra le aree del Paese in termini di qualità del servizio.

Dal 2009 gli spostamenti nazionali in treno sono aumentati complessivamente di 46 mila passeggeri al giorno, ma con grandi differenze. Quelli sull’alta velocità sono cresciuti del 114%, mentre quelli sugli Intercity sono diminuiti del 47%, perché, se l’offerta dei primi è cresciuta, quella dei secondi si è ridotta. Per cui i territori fuori dalle tratte veloci hanno visto ridurre le possibilità di spostamento.

Vi sono poi notevoli differenze regionali visto che in alcune gli spostamenti in treno sono risultati in calo. Come in Campania (-43,9%), Molise (-11%), Abruzzo (-19%), Calabria (quasi -25%) e Basilicata con un calo del 35%. Mentre sono aumentati in Lombardia, Alto Adige, Puglia, Toscana. Il motivo è che, dopo i tagli delle risorse statali alle regioni, solo in alcuni territori si è deciso di investire per non ridurre il servizio,.

È in particolare il Sud a soffrire i ritardi maggiori in termini di possibilità di spostamento nazionali e regionali, con meno treni, più lenti e vecchi. In Sardegna le linee continuano a non essere elettrificate e non sono previsti investimenti, se non sull’idrogeno.

Le priorità? Legambiente ha presentato la road map dei progetti da realizzare al 2030. Qui emergono 4 priorità per cambiare la mobilità e consentire il raggiungimento dei target europei di riduzione delle emissioni di CO2.

In primo luogo, un piano per recuperare il gap di metropolitane e tram nelle città italiane,con una legge che permetta ai comuni di programmare e accedere ai finanziamenti necessari. Obiettivo 2030: 411,5 km di sotterranee, con un +162,6 rispetto alla situazione attuale. E poi: 798,3 km di tranvie(+427,4 km).

In molte città, da Roma a Napoli, da Palermo a Bologna sono tanti gli interventi in attesa da anni e non finanziati che sono la ragione principale di traffico e inquinamento. Tra le opere più ambiziose (ma ancora non finanziate), per le metropolitane, si inseriscono il prolungamento della linea C di Roma e della linea M5 a Milano, che raddoppierebbe i 13 km attuali.

Per le linee ferroviarie suburbane importante è la chiusura dell’anello ferroviario a Roma (15 km) mentre per le tranvie ci sono la linea verde e la gialla a Bologna (32,1 km).E poi le linee per Sestu, Selargius, Quartucciu, Quartu S.Elena a Cagliari (29,1 km).

Tra le priorità di Legambiente anche l’aumento di treni, tram e autobus in circolazione nelle città. Altra priorità: un nuovo contratto Intercity per ridurre le disuguaglianze territoriali. 

Infine, continuare il processo di rinnovo e di potenziamento del parco di treni circolante. Per questo, occorre programmare l’acquisto o il rinnovo di 650 treni per le linee regionali e locali.