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Nel ciclo di vita i segreti “sporchi” dell’e-mobility

(Rinnovabili.it) – Il settore dell’automotive finisce sotto l’attenta lente della Norwegian University of Science and Technology che ha deciso di mettere a nudo l’impatto ambientale dell’intero ciclo di vita delle automobili e confrontare così i mezzi più tradizionali a quelli oggi assurti a modello di una nuova ecologia.

 

Si scopre così che non è tutto “verde” quello che fa a meno dei combustibili fossili. “Anche se i veicoli elettrici rappresentano un importante passo avanti tecnologico, dotato di diversi vantaggi potenziali per l’ambiente, non possono essere sfruttati incondizionatamente in tutto il mondo”, spiegano gli scienziati. “I nostri risultati indicano chiaramente che è controproducente promuovere i veicoli elettrici nelle zone dove l’elettricità è principalmente prodotta dalla lignite, il carbone, o anche la combustione di olio pesante”. Ma il problema non riguarda solo l’alimentazione delle e-car.

 

Secondo il team che ha lavorato all’indagine, infatti, la produzione di auto elettriche avrebbe un impatto sul riscaldamento globale due volte superiore a quello valutato per i mezzi a benzina o a diesel. L’elemento più critico è quello legato alla fabbricazione di batterie e motori elettrici in quanto questi elementi richiedono l’impiego intensivo di metalli tossici come il nickel, il rame e l’alluminio. “Per quanto le emissioni dirette legate al loro utilizzo siano pari a zero, – spiegano gli autori – le e-car hanno performance produttive peggiori di quelle con motore a combustione se si considerano i potenziali effetti legati alle piogge acide, all’emissione di particelle nell’aria, alla tossicità per l’uomo e l’ecosistema”.

 

In realtà lo studio non boccia la mobilità elettrica ma individua le aree a livello globale dove produzione ed utilizzo possa apportare un significativo vantaggio sul fronte ecologico. Una di queste è l’Europa dove “i veicoli elettrici alimentati dall’attuale mix energetico europeo offrono una diminuzione del potenziale di riscaldamento globale rispetto al diesel tradizionale o alla benzina dal10% al 24% assumendo un tempo di vita di 150.000 km.

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