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Nel 2024 le auto elettriche cinesi si mangeranno il 25% del mercato UE

auto elettriche cinesi

Foto di Mohammad Fathollahi su Unsplash

auto elettriche cinesi
Foto di Mohammad Fathollahi su Unsplash

L’aumento dei dazi sulle auto elettriche cinesi colpirà anche i produttori UE che hanno delocalizzato

(Rinnovabili.it) – Nel 2024, le auto elettriche cinesi varranno un quarto delle vendite totali del comparto in UE. Lo afferma una nuova analisi della ONG Transport & Environment. All’aumento delle vendite europee di marchi cinesi come MG e BYD si aggiunge infatti quello delle Tesla costruite nella fabbrica di Shanghai. 

Mentre il dragone si mangia fette di mercato sempre più ampie, invece, le automobilistiche europee subiscono la perdita di quote. Anche se Tesla, BMW e Renault producono veicoli elettrici in Cina per poi importarle in Europa, le sole auto elettriche a marchio cinese rappresenteranno l’11% del mercato europeo nel 2024. Un dato che è atteso in crescita del 20% entro il 2027. 

Lo scenario preoccupa i produttori europei, che temono la concorrenza dei modelli cinesi più economici. Bruxelles sta conducendo un’indagine sui sussidi che Pechino elargisce ai suoi produttori, che potrebbero favorire le auto elettriche prodotte nel paese a scapito dei modelli realizzati in UE. A questo punto, la battaglia commerciale rispolvera uno strumento tanto vituperato negli anni dominati dalla logica neoliberale: il dazio. I dazi potrebbero infatti aumentare, dal 10% attuale, fino al 25%, generando circa 6 miliardi di euro all’anno di entrate per l’Unione

Un’arma a doppio taglio

La speranza è che basti a rendere le auto europee competitive rispetto quelle provenienti dalla Cina. Oppure, a costringere le case automobilistiche a rilocalizzare nel vecchio continente. Anche perché la misura potrebbe colpire gli stessi produttori europei e nordamericani che hanno delocalizzato in Cina. Alla fine, rischierebbe di trasformarsi nella proverbiale zappa sui piedi. Per le aziende cinesi, che vendono auto elettriche sul mercato interno a prezzi più bassi di quelle esportate, sarebbe infatti più facile assorbire i dazi più alti praticati da Bruxelles armonizzando un po’ i listini. 

Altra preoccupazione è che la decisione possa portare non solo una rilocalizzazione dei nostri marchi, ma una delocalizzazione cinese in Europa. BYD sta già costruendo una fabbrica in Ungheria per iniziare la produzione di auto elettriche nel 2025. In quello che sembra un rebus senza soluzioni, la possibilità che l’automotive europeo ne esca ridimensionato è sempre più concreta.

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