di Andrea Barbieri Carones
(Rinnovabili.it) – L’obiettivo è il trasporto marittimo a zero emissioni entro il 2040. Da raggiungere gradualmente attraverso l’impiego sempre più su larga scala di combustibili a basse emissioni di CO2 (i cosiddetti biocarburanti) sul modello di quanto si è prefisso il trasporto aereo. Un target importante, ma realistico da raggiungere per le 9 aziende riunite nel network Cargo Owners for Zero Emission Vessels. O CoZEV. Vale a dire: trasporti merci con navi a zero emissioni.
A far parte di questo gruppo di società – riunitosi a ottobre 2021 – che puntano al trasporto marittimo a zero emissioni ci sono nomi importanti. Che vanno da Amazon, Brooks Running, Frog Bikes e a Ikea, fino a Inditex, Michelin, Patagonia, Tchibo e Unilever.
Il team si è formato perché nessuna di queste aziende, singolarmente, può raggiungere tale risultato. Che richiede impegno e investimenti cospicui, che nemmeno gli armatori delle navi mercantili possono fare. CoZEV, infatti, utilizza la forza comunque di queste grandi aziende e la loro capacità di innovare in modo da agire su larga scala. Per arrivare a un trasporto marittimo a zero emissioni entro i prossimi 19 anni.
L’obiettivo è anche quello di sensibilizzare i governo sull’importanza di supportare la decarbonizzazione del settore navale e marittimo. Soprattutto in vista del 2050, anno in cui tutte le emissioni dei trasporti dovranno essere prive di emissioni di CO2.
Nel loro manifesto ufficiale, il CoZEV si rivolge anche agli armatori o agli operatori di navi cargo. “Per raggiungere il nostro obiettivo – recita una nota ufficiale – lavoreremo soprattutto con compagnie di navigazione cargo che stanno massimizzando la loro efficienza attraverso misure operative e tecniche. Ma che abbiano anche delle chiare strategie di arrivare alle zero emissioni nelle loro navi”.
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Altro punto: le aziende del network hanno reso noto che non considereranno combustibili fossili. Come il Gnl (Gas Naturale Liquefatto), per esempio. Nel programma si fa poi esplicito riferimento a biocarburanti a base di idrogeno.
E sempre a proposito di trasporto marittimo a zero emissioni, una comunicato di Confitarma – l’associazione degli armatori – dice che l’Ics ha chiesto all’Onu una tassa globale sulle emissioni di carbonidelle navi.
La proposta dell’International Chamber of Shipping, che rappresenta le associazioni nazionali degli armatori mondiali (circa l’80% della flotta mercantile) ha come scopo quello di accelerare l’adozione e l’impiego di combustibili a zero emissioni di carbonio sulle navi cargo.
Il denaro sarebbe convogliato in un “Fondo IMO per il clima”, che oltre a colmare il divario di prezzo fra combustibili a zero emissioni e quelli convenzionali, verrebbe impiegato per creare le infrastrutture di bunkeraggio (l’approvvigionamento di combustibile per navi) nei porti di tutto il mondo. IMO è l’organizzazione marittima internazionale.
Il trasporto navale, responsabile del 2% delle emissioni di CO2, non può però ancora contare su quantità sufficienti di biocarburanti.