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Singapore teme l’IMO e punta tutto sull’elettrico per i trasporti marittimi

Trasporti marittimi
Credits: Jason Goh da Pixabay

L’Autorità marittima e portuale di Singapore vede nell’elettrico il futuro dei trasporti marittimi

(Rinnovabili.it) – Gli obiettivi verdi dell’International Maritime Organization (IMO) non sono certo così ambiziosi. Ma a pochi mesi dalla loro pubblicazione hanno messo sul chi vive Singapore. La città-stato del sud-est asiatico ha deciso di rivoluzionare i trasporti marittimi, almeno nel suo segmento portuale. Lo ha annunciato, mercoledì 23 settembre, l’Autorità marittima e portuale di Singapore, che ha indicato nell’elettrico la strada da seguire.

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Singapore ha deciso di muoversi per tempo e accompagnare il raggiungimento degli obiettivi IMO sul trasporto marittimo cambiando volto alle sue infrastrutture portuali. Due i punti cardine del progetto. Il primo è convertire tutto il naviglio di servizio all’elettrico. Quindi traghetti locali, piccole imbarcazioni per carico-scarico merci, chiatte, e le navi-pilota che guidano le imbarcazioni più grandi nelle manovre di attracco e di partenza dai moli.

Per arrivare a questo risultato, Singapore punta sulle sinergie tra industria e ricerca e lancia un programma apposito per lo sviluppo di veicoli per i trasporti marittimi con queste caratteristiche. Il secondo punto cardine del progetto è, ovviamente, la dotazione delle infrastrutture portuali delle necessarie stazioni di ricarica.

“La filiera verde è il futuro dei trasporti marittimi”, ha commentato Sanjay Kuttan, direttore del Singapore Maritime Institute, centro di ricerca che sta lavorando a braccetto con le autorità, “affinché Singapore mantenga il suo status di hub, l’innovazione deve portare alla trasformazione dell’industria navale.

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Una trasformazione che va a rilento anche per la mancanza di ambizione da parte dell’IMO. A gennaio di quest’anno l’organizzazione internazionale ha finalmente trovato la quadra sugli obiettivi a lungo termine per il comparto marittimo: taglio delle emissioni del 50% rispetto ai livelli del 2008 entro metà secolo. Ma le uniche regole entrate in vigore per ora non fanno altro che limitare il contenuto di zolfo nei carburanti marittimi. Dal 1° gennaio di quest’anno, le navi devono utilizzare olio combustibile con un contenuto di zolfo molto basso, pari allo 0,5% (massa in massa). Un taglio sostanziale rispetto al limite passato, che permetteva invece un contenuto di zolfo fino al 3,5%. Ma non sufficiente per raggiungere gli obiettivi a lungo termine.

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