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Lo shipping non cambia rotta: deludono i nuovi obiettivi sul taglio emissioni navi

La neutralità climatica da raggiungere “attorno al” 2050. Anche usando le compensazioni. I tagli al 2030 solo del 20% mentre servirebbe almeno il 45%. Con la nuova impostazione decisa dall’Organizzazione marittima internazionale, lo shipping esaurirà il suo budget di carbonio per gli 1,5 gradi già nel 2033

Obiettivi taglio emissioni navi: i nuovi target sono troppo bassi
Foto di Teng Yuhong su Unsplash

La riunione dell’IMO ha aggiornato gli obiettivi taglio emissioni navi

(Rinnovabili.it) – Più ambiziosi di quelli fissati nel 2018. Ma ancora non abbastanza per allinearsi al Paris Agreement. I nuovi obiettivi taglio emissioni navi decisi dall’Imo, l’Organizzazione marittima internazionale, sono decisamente migliori rispetto ai precedenti ma ancora insufficienti. Confermando come quello del trasporto navale sia uno dei settori più restii alla transizione, nonostante generi circa il 3% delle emissioni globali.

I delegati nazionali riuniti questa settimana a Londra hanno limato gli ultimi dettagli nella bozza di intesa giovedì sera. Un documento che ha diverse pecche. Primo: alcuni degli impegni principali non sono ben definiti. A partire dalla data in cui lo shipping si impegna a raggiungere la neutralità di carbonio. Il meeting opta per una formula vaga come “nel o attorno al 2050”, che è aperta alle interpretazioni e potrebbe spostare in avanti il net-zero anche di decenni.

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Poi ci sono problemi di ambizione con gli obiettivi taglio emissioni navi intermedi. Quello al 2030, ad esempio: l’ultima bozza parla di puntare a una riduzione di almeno il 20% dei gas serra entro fine decennio, con l’intenzione di puntare verso il -30%. Per il decennio successivo la forchetta scivola verso l’almeno -70% con l’obiettivo di puntare verso -80%.

È abbastanza, al netto della vaghezza di certe formulazioni? Per gli esperti no, si tratta di numeri ancora troppo bassi. Per decarbonizzare lo shipping in linea con l’obiettivo più ambizioso fissato dall’Accordo di Parigi, cioè limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, serve un taglio di almeno il 45% già entro il 2030. E la neutralità di carbonio non oltre metà secolo.

Obiettivi “completamente inadeguati”, commenta Faig Abbasov di Transport & Environment. “Supponendo che le misure inizino nel 2026, le emissioni cumulative supererebbero il budget di carbonio di 1,5°C (cioè 12,2Gt dal 2020) già alla fine del 2033, spiega. Ma il settore navale non arriverebbe alla neutralità climatica prima di altri 17 anni. Peraltro, neutralità alla quale potranno concorrere anche misure di compensazione (offsets), limitando ancora di più la riduzione di emissioni in termini assoluti.

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