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Emissioni portuali: via libera agli eco incentivi italiani per gli operatori navali

La Commissione Europea ha approvato gli incentivi per gli operatori navali stanziati dall’Italia. Se le navi useranno l’elettricità erogata dalle reti elettriche terrestri per alimentare i servizi e le attrezzature di bordo quando sono ormeggiate nei porti marittimi diminuiranno le emissioni di gas a effetto serra

Incentivi per gli operatori navali
Foto di wal_172619 da Pixabay

Incentivi italiani per gli operatori navali, l’ok dell’esecutivo UE

Via libera dalla Commissione Europea al nuovo regime di sussidi italiani per diminuire le emissioni nei porti marittimi. Gli incentivi per gli operatori navali che l’Italia ha deciso di stanziare ammontano a 570 milioni di euro hanno un obiettivo chiarissimo: contribuire a diminuire le emissioni di gas a effetto serra e l’inquinamento atmosferico e acustico quando le navi sono ormeggiate nei porti. Lo stanziamento, infatti, serve a incentivare le navi a usare l’elettricità erogata dalle reti elettriche terrestri per alimentare i servizi e le attrezzature di bordo quando sono ormeggiate nei porti marittimi.

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In cosa consistono gli incentivi per gli operatori navali?

Gli incentivi per gli operatori navali prevedono una riduzione fino al 100% degli oneri generali di sistema. Sono così definiti gli oneri nel prezzo dell’energia elettrica con cui si finanziano obiettivi di politica pubblica, come le energie rinnovabili.

La riduzione degli oneri riduce automaticamente il prezzo dell’energia. Pertanto, se gli operatori navali si riforniscono di energia elettrica dalle reti elettriche terrestri il costo sarà più competitivo rispetto a quella prodotta a bordo da motori alimentati da combustibili fossili.

Questo incentivo per gli operatori navali è un incentivo a optare per una fornitura di energia elettrica più rispettosa per l’ambiente: meno emissioni di gas a effetto serra, meno inquinanti atmosferici e meno emissioni di rumore.

In un primo periodo la riduzione degli oneri generali di sistema sarà del 100%. Poi, grazie a un meccanismo di monitoraggio che verificherà la differenza tra i costi dell’energia – e quindi il risparmio – l’Italia adeguerà il livello di aiuto.

La valutazione della Commissione Europea

Dopo aver valutato il regime in base alle norme sugli aiuti di Stato (in particolare articolo 107, paragrafo 3, lettera c) e alla disciplina in materia di aiuti di Stato a favore del clima, della tutela dell’ambiente e dell’energia, la Commissione Europea ha approvato lo stanziamento italiano e ha rilevato che:

  • il regime è necessario e adeguato a incentivare l’uso di energia elettrica erogata da reti elettriche terrestri, riducendo in tal modo le emissioni di gas a effetto serra e aumentando il livello di tutela ambientale;
  • l’aiuto produce un “effetto di incentivazione”, in quanto, senza il sostegno pubblico, i beneficiari non userebbero energia elettrica erogata da reti elettriche terrestri;
  • il regime ha un impatto limitato sulla concorrenza e sugli scambi all’interno dell’UE. In particolare, l’aiuto è proporzionato e un eventuale effetto negativo sulla concorrenza e sugli scambi nell’UE sarà limitato dato che la misura si applica a tutte le imprese interessate. Inoltre, l’Italia si è impegnata a istituire un meccanismo di monitoraggio annuale inteso a garantire che l’aiuto rimanga necessario e proporzionato per tutta la sua durata, tenendo conto degli sviluppi dei prezzi e del mercato.

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