L’ong Transport & Environment critica l’impostazione della direttiva UE FuelEu Maritime. Il tassello del pacchetto Fit for 55 sul comparto navale è calibrato male e favorirà il metano contro i combustibili alternativi più sostenibili
Le emissioni navali sono il 2,5% di quelle globali
(Rinnovabili.it) – L’Europa vuole ripulire il comparto marittimo ma finirà per incatenarlo ai combustibili fossili per molti decenni. Le emissioni navali scenderanno, ma il posto dei carburanti convenzionali sarà preso soprattutto dal gas naturale liquido. Con pochi benefici per il clima rispetto a quelli preventivati da Bruxelles. Lo sostiene l’ong Transport & Environment criticando l’impostazione della direttiva FuelEu Maritime, presentata dalla Commissione nel pacchetto Fit for 55 e in discussione in questi mesi.
“Un quarto del trasporto marittimo europeo sarà alimentato a gas fossile entro il 2030, dato che obiettivi sbagliati di sostenibilità dell’UE incoraggiano l’adozione del GNL”, spiega l’ong. Il problema? L’incrocio di due caratteristiche della direttiva, cioè obiettivi sull’intensità emissiva che crescono gradualmente e la neutralità tecnologica. Per come è strutturata la proposta, sostiene T&E, per gli armatori diventerà presto più conveniente puntare su flotte a GNL che investire davvero in una transizione che abbatta le emissioni navali.
Leggi anche Emissioni delle navi, senza tagli immediati è impossibile rispettare Parigi
La FuelEu Maritime fissa dei target di riduzione dell’intensità emissiva per CO2, metano e monossido di diazoto (N2O), da conteggiare sull’intero ciclo di vita dei carburanti e delle tecnologie per i motori collegate. Visto che la direttiva non esclude a priori certe soluzioni, il risultato sarebbe “probabilmente l’accelerazione dell’assorbimento del gas naturale fossile come combustibile alternativo più economico ammissibile fino al 2040, così come i biocarburanti di dubbia origine”. E nel frattempo questi stessi criteri sull’intensità emissiva svantaggerebbero gli e-fuel verdi, che “farebbero fatica a trovare la loro strada nel settore dei trasporti marittimi in assenza di requisiti dedicati e incentivi per sostenere la loro adozione”.
“L’industria marittima è uno dei maggiori inquinatori del mondo e dipende fortemente dai combustibili fossili”, commenta Delphine Gozillon di T&E. A livello globale, le emissioni navali sono il 2,5% del totale, e quelle UE sono il 13% delle emissioni del comparto trasporti. “La vecchia storia del gas come combustibile di transizione non regge. Non possiamo permetterci di passare da un combustibile fossile all’altro. Non ci porterà a zero emissioni entro il 2050 e, mettendo più metano nell’atmosfera, potrebbe anche friggere il pianeta più velocemente”.
Leggi anche L’ONU fa finta che le emissioni delle navi non siano un problema