T&E anticipa i contenuti del rapporto sulle emissioni del trasporto marittimo
(Rinnovabili.it) – Tra obiettivi farsa, blandi impegni e false soluzioni ecologiche, la lotta climatica del settore navale arranca. Dal 2012 al 2018 le emissioni del trasporto marittimo sono cresciute quasi costantemente, raggiungendo nel caso del metano veri e propri record. A riferirlo è l’ong T&E che ha avuto accesso in anteprima al quarto studio sui gas serra dell’IMO, l’Organizzazione marittima internazionale delle Nazioni Unite.
Il documento impiega un nuovo metodo di conteggio delle emissioni del trasporto marittimo basato sui viaggi, che mostra come le emissioni di CO2 siano aumentate del 5,6%. Per la precisione sono passate dai 701 milioni di tonnellate del 2012 ai 740 milioni di tonnellate nel 2018. Più preoccupante appare, però, il dato sulle emissioni di metano, ad oggi ancora non regolate dall’IMO. Nei sei anni in questione, sono cresciute del 150%, a causa del maggiore dispiegamento di navi a gas naturale liquefatto (GNL).
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Il documento rivela anche la debolezza dell’obiettivo IMO sul fronte dell’intensità di carbonio. La Strategia fissata dall’organizzazione richiedeva una riduzione dell’intensità di carbonio dei trasporti navali di almeno il 40% entro il 2030 rispetto ai valori 2008. Peccato che tre quarti dei miglioramenti in tal senso fossero già stati raggiunti prima ancora che l’obiettivo fosse adottato, nel 2018.
Anche le emissioni di ossidi di zolfo e particolato sono aumentate nel periodo in questione, nonostante si sia registrata una riduzione complessiva dell’uso di olio combustibile pesante (HFO) e un aumento contemporaneo aumento di gasolio marino e GNL (entrambi a minor contenuto i zolfo). La spiegazione di ciò è che l’aumento medio del contenuto di zolfo nell’HFO ha superato qualsiasi riduzione legata al minor uso dei combustibili pesanti.
“Le emissioni del trasporto marittimo sono cresciute a un ritmo allarmante e potrebbero aumentare della metà entro il 2050 in assenza di azioni concrete”, ha commentato Faïg Abbasov, di T&E. “Ora è il momento giusto per l’Unione Europea di portare avanti il suo piano per far entrare il settore nel mercato del carbon comunitario, adottando rapidamente anche gli standard per la CO2 richiesti dal Parlamento europeo”.
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