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Singapore sceglie gli elettrocarburanti per tagliare le emissioni navali

Elettrocarburanti: Singapore punta tutto sull’ammoniaca per il comparto navale
Foto di Monica Volpin da Pixabay

Il top player portuale si candida per il bunkeraggio degli elettrocarburanti

(Rinnovabili.it) – Singapore getta tutto il suo peso di top player nei porti e nel commercio via nave per far decollare gli elettrocarburanti. Tramite la sua Autorità marittima e portuale (Mpa), la città-Stato del sud-est asiatico si è unita ad altri importanti soggetti industriali in un progetto che punta a sviluppare l’uso di ammoniaca rinnovabile come combustibile marittimo.

Una decisione che permette alla Castor Initiative – questo il nome ufficiale del progetto – di fare un salto di qualità sugli elettrocarburanti, cioè combustibili prodotti utilizzando energia elettrica da fonti rinnovabili. Il consorzio comprende la compagnia chimica norvegese Yara International ASA, Samsung Heavy Industries (cantieristica), MAN Energy Solutions (motori navali) e Lloyd’s Register (servizi tecnici ed economici per la classificazione marittima). L’obiettivo è sviluppare navi alimentate ad ammoniaca.

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Infatti, Singapore è il più grande hub di bunkeraggio al mondo, anche grazie alla sua posizione strategica a ridosso dello stretto di Malacca, punto di passaggio obbligato sulla rotta tra l’estremo Oriente e i mercati africani, mediorientali ed europei. I servizi di bunkeraggio consistono in quel complesso di attività che garantiscono il rifornimento delle navi, incluso quindi lo stoccaggio di carburante che, nel caso dell’ammoniaca, necessita di cure particolari.

L’iniziativa risponde agli obiettivi di decarbonizzazione del comparto navale globale fissati dall’Imo, l’Organizzazione marittima mondiale. L’Imo punta a tagliare della metà le emissioni navali entro il 2050, rispetto ai loro valori del 2008. Secondo la Mpa, per entrare questo obiettivo è necessario che entro il 2030 entri in servizio del naviglio ad alto tonnellaggio a emissioni zero.

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La decarbonizzazione del comparto navale attraverso l’impiego di ammoniaca e idrogeno rinnovabili è la soluzione individuata come preferibile anche dalla ong Transport & Environment. Che in rapporto pubblicato di recente poneva però dei distinguo: per le tratte a percorrenza breve, sia navali e aeree, la soluzione possono essere le batterie.

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