L’International Chamber of Shipping (ICS) e l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) hanno siglato un accordo per sostenere la decarbonizzazione del settore marittimo attraverso lo stimolo a investire in ricerca sui combustibili alternativi
Dalle navi il 3% delle emissioni globali
di Andrea Barbieri Carones
L’International Chamber of Shipping (ICS) e l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) hanno siglato un accordo per sostenere la decarbonizzazione del settore marittimo. E traghettarlo verso l’utilizzo di combustibili alternativi.
Un processo complesso e segnato da ritardi, ma che già è stato intrapreso da diversi armatori. Negli ultimi mesi, infatti, si moltiplicano i test su navi più sostenibili, alimentate con biocarburanti, idrogeno, ammoniaca o da sistemi ibridi di ultima generazione.
Un accordo di peso visto che l’ICS rappresenta oltre l’80% della flotta mercantile mondiale, mentre l’IRENA riunisce 167 paesi. La partnership per la decarbonizzazione del settore marittimo è stata firmata durante la dodicesima sessione dell’Assemblea IRENA 2022.
La partnership fornirà un accordo-quadro sui prossimi due anni in seno al quale l’IRENA fornirà assistenza all’ICS sui percorsi di decarbonizzazione del settore marittimo e sul’uso di tecnologie rinnovabili in questo settore chiave dell’economia mondiale. L’accordo consentirà inoltre all’industria di lavorare a stretto contatto con i 167 membri di IRENA su questioni relative alle energie rinnovabili nel trasporto marittimo.
Oltre al rafforzamento della ricerca, l’intesa IRENA-ICS prevede uno scambio regolare di informazioni sull’offerta e la domanda di energia per il settore marittimo e lo scambio di dati sugli scenari per “future fuels” come l’idrogeno e l’ammoniaca verdi. Al centro dell’accordo la necessità di garantire un’equa transizione energetica per le economie in via di sviluppo e di rafforzare la crescita delle loro competenze.
Decarbonizzazione del settore marittimo, dalle navi il 3% globale di CO2
Commentando l’accordo, il segretario generale di ICS, Guy Platten, ha rimarcato quanto sia impegnativa la sfida che porta alla decarbonizzazione del settore marittimo.
“Il settore navale rappresenta quasi il 3% delle emissioni globali di CO2. Dobbiamo ridurre la nostra dipendenza dai combustibili ad alta intensità di carbonio per alimentare le navi, anche perché negli anni a venire la flotta globale dovrà spedire combustibili a zero emissioni di carbonio in paesi di tutto il mondo. Lo shipping è una parte fondamentale della soluzione e non un ostacolo alla transizione a emissioni zero”.
Indirettamente, l’accordo punta a stimolare gli investimenti statali in ricerca e sviluppo, convincendo i decisori politici ad accelerare la corsa verso combustibili a zero emissioni di carbonio da impiegare anche nel comparto marittimo.
A che cifra di investimenti mobilitati punta ICS? In occasione della COP26, l’organizzazione aveva già presentato le sue stime: sarebbero necessari quasi 5 miliardi di dollari per accelerare il passaggio della ricerca e sviluppo a combustibili a zero emissioni di carbonio nel settore marittimo. Investimenti che servono a dare respiro a tecnologie nascenti per rendere possibile una prossima implementazione su larga scala. I vantaggi? Secondo l’IRENA, accelerando sui combustibili alternativi si potrebbero ridurre dell’80% le emissioni del trasporto marittimo entro il 2050.