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Carburanti a basso contenuto di zolfo: l’IMO ha sbagliato tutto?

Carburanti a basso contenuto di zolfo
Credits: Sarah N da Pixabay

Per lo scioglimento dei ghiacciai artici, i carburanti a basso contenuto di zolfo non bastano. Anzi, rischiano solo di aggravare il problema.

 

(Rinnovabili.it) – Alcuni gruppi ambientalisti hanno chiesto all’IMO (Organizzazione marittima internazionale) di vietare l’uso dei nuovi carburanti a basso contenuto di zolfo (VLSFO) nella regione artica. La ragione di questa richiesta, apparentemente paradossale, sarebbe stata messa in luce da una ricerca condotta da Germania e Finlandia secondo cui le miscele del combustibile per uso marittimo stanno contribuendo a velocizzare lo scioglimento dei ghiacciai. 

 

Dal 1° gennaio di quest’anno, sono entrate in vigore le cosiddette regole IMO 2020, attraverso cui l’agenzia marittima delle Nazioni Unite intende ridurre l’impatto sull’ambiente del trasporto via mare vietando agli operatori del settore marittimo di fare uso di carburanti con un contenuto di zolfo superiore allo 0,5%. Prima dell’entrata in vigore di IMO 2020, il contenuto di zolfo nei carburanti si attestava al 3,5%. Le nuove regole, dunque, hanno sicuramente portato un grande sconvolgimento tra gli armatori e i produttori di carburante.

 

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Da quest’anno, dunque, solo le navi dotate di dispositivi per la pulizia dello zolfo (noti come scrubber) possono continuare a fare uso di combustibile ad alto contenuto di zolfo. In assenza di tali dispositivi, gli armatori possono optare per carburanti più puliti, come il gas naturale liquefatto (GNL).

 

Lo scorso anno, però, Germania e Finlandia hanno presentato all’IMO un report sull’Artico, in cui si mostrava come le nuove miscele di carburanti a basso contenuto di zolfo (pari o inferiore allo 0,5%) possano contenere una grande percentuale di composti aromatici che hanno un impatto diretto negativo sulle emissioni navali. Nello specifico, e per la prima volta, il report ha dimostrato come la combustione delle nuove miscele, proprio a causa dell’alta percentuale di idrocarburi aromatici, porti ad un aumento del nerofumo (una forma di particolato carbonioso) emesso, rispetto ai carburanti tradizionali.

 

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La Clean Arctic Alliance, una coalizione di organizzazioni non governative impegnate nel vietare l’uso di combustibile pesante nella navigazione artica, ha affermato che se l’IMO non ha intraprenderà un’azione immediata dopo l’allarme lanciato da Germania e Finlandia, le conseguenze potrebbero essere un massiccio aumento delle emissioni di nerofumo, che accelererà lo scioglimento del ghiaccio marino artico e avrà un impatto notevole sul clima terrestre. Dal canto suo, l’IMO ha dichiarato a Reuters che entro febbraio discuterà le osservazioni sui carburanti a basso contenuto di zolfo e il loro impatto sulle regioni artiche.

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