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Taglio dell’acciaio per la 1° nave portacontainer a metanolo verde al mondo

Il colosso danese dello shipping Maersk annuncia l’avvio della produzione della prima di 25 navi carbon neutral. Dovrebbero essere tutte pronte per il 2025, con una capacità di 16.200 TEU. Il serbatoio da 16mila m3 garantisce ampia autonomia, ma il motore potrà essere alimentato anche con carburanti convenzionali in caso il vettore energetico scarseggi e l’approvvigionamento sia difficile

Metanolo verde: inizia la costruzione della 1° portacontainer dual fuel
crediti: Maersk

La nave sarà dual fuel e potrà compiere un viaggio a/r tra Europa e Asia solo con metanolo verde

(Rinnovabili.it) – Cerimonia di taglio dell’acciaio per la prima nave a metanolo verde di Maersk, il colosso danese dello shipping. Presso i cantieri navali della Hyundai Heavy Industries, in Corea del Sud, è iniziata la produzione della prima di 25 navi portacontainer dual-fuel che si aggiungeranno alla flotta di Maersk dal 2025. Ed è anche la prima nave al mondo di questo genere che vedrà la luce nel campo della logistica navale, dando un contributo alla lenta decarbonizzazione del settore navale.

Maersk ne ha dato notizia solo il 28 dicembre ma l’evento risale al mese precedente, a fine novembre. Per il momento abbiamo poche informazioni sul mezzo. Avrà una capacità di 16.200 TEU, una lunghezza totale di 350 metri e una larghezza massima di poco più di 53 metri. ”Siamo al punto di svolta in cui il progetto passa dalla progettazione alla realtà”, ha dichiarato Kristian Agdrup, Lead Naval Architect A.P- Moller-Maersk. “La produzione progredirà rapidamente da questo momento e la prossima fase chiave, il test di approvazione in fabbrica del motore principale, è prevista per la primavera del 2023”.

Alimentazione dual-fuel per la portacontainer a metanolo verde

Maersk etichetta queste navi come carbon neutral, anche se in realtà l’alimentazione è duplice. La portacontainer dovrebbe essere dotata di un serbatoio da 16mila metri cubi, abbastanza da permettere un viaggio andata e ritorno tra Europa e Asia usando esclusivamente metanolo verde. Visti i noti problemi di disponibilità del vettore energetico, però, la compagnia danese ha preferito mettersi al sicuro lasciando la possibilità di navigare anche con carburanti tradizionali a basso contenuto di zolfo.

È proprio la scarsità di metanolo rinnovabile sui mercati globali, figlia soprattutto di una filiera che muove solo da pochi anni i primissimi passi, che ha fatto slittare in avanti di due anni il cronoprogramma di Maersk. In origine, infatti, il colosso della logistica navale contava di inaugurare la prima portacontainer a metanolo verde già nel 2023.

Il metanolo verde è un biofuel di 2° generazione ottenuto dalla gassificazione di biomassa sostenibile (biometanolo) oppure da CO2 catturata (da biomassa, BECCS, oppure con cattura diretta dall’aria, DAC) e idrogeno rinnovabile (e-metanolo). A differenza del metanolo ottenuto dal gas o dal carbone -che emette o,3 GtCO2e l’anno, il 10% delle emissioni del settore chimico globale- ha un tenore emissivo decisamente più contenuto. Quest’anno i prezzi medi del metanolo fossile hanno oscillato dai 350 $/t del mercato cinese ai 395 di quello europeo (dato che risente molto dei prezzi del gas). Secondo un rapporto Irena del 2021, invece, l’e-metanolo batte tra gli 800 e i 1600 $/t se la CO2 arriva da BECCS a un massimo di 50 $/t, mentre se arriva da DAC il costo di produzione sale a 1200-2400 $/t.