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Mossi&Ghisolfi produrrà biocarburanti in Brasile

GraalBio Investimentos S.A. sceglie tecnologia e impiantistica italiane per la produzione biocarburanti di seconda generazione

Siglato questa mattina a San Paolo del Brasile, alla presenza del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, presidente della Global Bioenergy Partnership, l’accordo tra la brasiliana GraalBio Investimentos S.A. e il Gruppo Mossi & Ghisolfi, tramite la sua controllata Beta Renewables, per la realizzazione del primo impianto industriale in Brasile per la produzione di bioetanolo di seconda generazione, cioè derivato da scarti agricoli o da colture non destinate alla produzione alimentare.

I lavori di costruzione dell’impianto inizieranno questa estate nello stato di Alagoas, e a realizzarlo sarà Chemtex, società di ingegneria del Gruppo Mossi & Ghisolfi, specializzata nella progettazione e realizzazione di impianti industriali nel settore della petrolchimica, polimeri, fibre, energia, bio-carburanti e tecnologie ambientali.
Quando entrerà in funzione, entro il 2013, questo impianto avrà una capacità produttiva di 65.000 tonnellate l’anno di bioetanolo, e utilizzerà gli scarti della lavorazione della canna da zucchero che saranno reperiti localmente. Il nuovo impianto contribuirà a soddisfare la crescente richiesta di etanolo in Brasile.

Il processo di produzione è basato sulla tecnologia PROESA™ messa a punto da Beta Renewables, società del Gruppo Mossi & Ghisolfi, che è la stessa utilizzata nella bioraffineria in costruzione a Crescentino (VC), che sarà operativa entro il 2012 e sarà la prima bioraffineria al mondo a produrre bioetanolo di seconda generazione.

PROESA è competitiva economicamente rispetto sia ai processi di prima generazione, basati su mais e altre varietà vegetali ad uso alimentare, sia al petrolio, anche se il prezzo del greggio si attestasse a 60-70 dollari al barile. Inoltre non utilizza materie prime destinate all’alimentazione umana o animale e ha un bilancio di CO2 estremamente positivo.

A differenza delle tecnologie di prima generazione (in cui si fa ricorso a mais, palma, grano, soia, ecc.) PROESA può utilizzare un’ampia gamma di vegetali non alimentari come la comune canna dei fossi, paglia di riso o gli scarti di produzione agricola che hanno una capacità di sequestro della CO2 prossima al 90%, rispetto al 20-30% dei vegetali usati nelle vecchie tecnologie.

“Il progetto apre una nuova prospettiva alla produzione sostenibile dei biocarburanti” ha messo in evidenza Corrado Clini, “perché le tecnologie impiegate consentono di utilizzare con elevata efficienza i residui delle produzioni di canna da zucchero, superando i possibili conflitti con le produzioni alimentari e riducendo in modo significativo il fabbisogno di suoli agricoli. In vista del prossimo meeting mondiale di RIO+20, questo progetto rappresenta un messaggio positivo per il futuro sostenibile.”

“Siamo felici della scelta di GraalBio di utilizzare la teconologia PROESA per la produzione di bioetanolo di seconda generazione”, ha dichiarato Guido Ghisolfi, CEO di Beta Renewables e vicepresidente del Gruppo Mossi & Ghisolfi. “Siamo convinti che la tecnologia PROESA darà ai produttori migliori ritorni sugli investimenti, dando il via a una produzione più sostenibile di biocarburanti innovativi.”