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Così la mobilità sostenibile urbana può ridurre di 1/3 la CO2 nazionale

Cura del ferro, e-mobility e restrizioni al traffico privato: lo Studio Optimal Sustainable Mobility Mix 2019 scrive la ricetta per rendere il settore dei trasporti protagonista del piano nazionale di decarbonizzazione

mobilità sostenibile urbana
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Il giusto mix di strumenti per la mobilità urbana sostenibile

(Rinnovabili.it) – I trasporti giocano un ruolo chiave nelle percorso di decarbonizzazione a cui è chiamata l’Italia. Eppure, a dispetto di altri settori come quello dell’elettricità e del riscaldamento, il comparto appare fortemente in ritardo sugli sforzi di riduzione delle emissioni. Come fare, allora, per conciliare gli obiettivi fissati da UE e governo nel nuovo PNIEC (piano nazionale energia-clima) con le attuali sfide? La soluzione arriva oggi a Milano dal workshop di Optimal Sustainable Mobility Mix (OSMM), l’area di ricerca e advisory di AGCI Finanza d’Imprese. L’appuntamento ha offerto un momento di confronto tra le istituzioni e le imprese in tema trasporti e decarbonizzazione, stilando la personale ricetta per la nuova mobilità sostenibile urbana. Una ricetta che richiederebbe 36 miliardi di euro di investimenti da oggi al 2030, ma che restituirebbe di un taglio di quasi un terzo delle emissioni nazionali di gas serra e una diminuzione del 69 per cento delle polveri sottili.

Gli ingredienti sono quelli elencati nel rapporto “Mobilità sostenibile: Strategie per le aree urbane al 2030”, approfondito studio del trasporto passeggeri e merci nelle aree urbane in tutta Italia, a partire dalle grandi Città Metropolitane, fino ad arrivare ai piccoli comuni. L’obiettivo del documento è quello di definire un mix di strumenti per realizzare una mobilità sostenibile urbana in linea con i target climatici comunitari.

 

 

Cinque scenari per lo sviluppo della mobilità urbana sostenibile

Nel dettaglio l’analisi ha portato all’elaborazione di 5 scenari di sviluppo rispetto lo stato dell’arte (2018): Business-As-Usual, Fuel sostenibili, Restrizione traffico, Car Free Area, Estensione Infrastruttura.

L’ultimo della lista rappresenta quello più ambizioso e prevede importanti interventi di regolazione del traffico e significativi investimenti nelle infrastrutture metropolitane e nell’elettrificazione del parco circolante: a regime sarebbero necessarie 32.500 colonnine di ricarica, 61 depositi elettrificati per autobus e quasi 6 milioni di e-car circolanti per una spesa complessiva di 923 milioni di euro. L’impatto di queste politiche comporterebbe una riduzione del 30% delle emissioni climalteranti rispetto ai livelli del 2018 e un dimezzamento delle polveri sottili. Inoltre sarebbero anche le uniche a portarci il più vicino possibile agli obiettivi PNIEC per i trasporti.

 

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Spiega Stefano Clerici di Agici “Abbiamo preso in considerazione una varietà di scenari futuri, a partire dal cosiddetto Business as usual. Come è evidente, il più completo, che è anche quello che necessita un maggiore investimento di risorse, offre le maggiori opportunità”. “Ma per rendere efficace l’ampliamento delle infrastrutture  – continua Clerici – è necessario pensare in termini complessivi: servono politiche lungimiranti di restrizione del traffico e di programmazione della mobilità urbana”.

 

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