(Rinnovabili.it) – Biocarburanti, elettricità e idrogeno da un lato, biciclette e piste ciclabili dall’altro. Così la normativa italiana sulla mobilità sostenibile si sta evolvendo. Il primo impulso al cambiamento arriva dall’approvazione del decreto d’attuazione della direttiva europea sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi.
Il dlgs sull’infrastruttura per i carburanti alternativi
La scorsa settimana il Consiglio dei ministri ha dato il proprio ok al testo, anche se ancora in via preliminare.
Predisposto in attuazione della legge 9 luglio 2015 n. 114 -recante delega al Governo per il recepimento delle direttive europee – degli altri atti dell’Unione Europea, il provvedimento prevede che l’Italia, al pari degli altri ventisei stati membri, adotti un quadro strategico nazionale per lo sviluppo del mercato dei combustibili alternativi nel settore dei trasporti e per la realizzazione della relativa infrastruttura. Partendo dai requisiti minimi stabiliti dalla UE, il decreto disciplina le misure necessarie a garantire la costruzione e l’esercizio di un’ infrastruttura per i combustibili alternativi e per l’attuazione delle specifiche tecniche comuni per la stessa.
L’Italia darà priorità elettricità e gas naturale (GNL, gas naturale liquefatto e GNC, gas naturale compresso), i cui obiettivi da raggiungere nel quadro strategico nazionale sono definiti come obbligatori. Rimangono invece facoltativi i target proposti nel Piano per l’idrogeno. “Sono previsti inoltre, – spiega il Consiglio dei Ministri in una nota stampa – a tutela dei consumatori, specifici obblighi, relativi alle informazioni, che devono essere chiare, circa i combustibili che possono essere utilizzati in un veicolo, mediante un’etichettatura standardizzata, oltre a indicazioni nei punti di ricarica e rifornimento”.
Nel dettaglio, il dlgs prevede che “per tutti gli impianti di distribuzione di carburanti stradali già esistenti al 31 dicembre 2015, che hanno erogato nel corso del 2015 un quantitativo di benzina e gasolio superiore a 10 milioni di litri e che si trovano nel territorio di una delle province i cui capoluoghi hanno superato il limite delle emissioni di PM10 per almeno 3 anni su 7 negli anni dal 2009 al 2015, le Regioni prevedono l’obbligo di presentare entro il 31 dicembre 2018 un progetto, al fine di dotarsi di infrastrutture di ricarica elettrica nonché di distribuzione di gnc o gnl, da realizzare nei successivi ventiquattro mesi dalla data di presentazione del progetto”
La proposta di legge sulla rete di mobilità dolce
Ma passi avanti verranno conseguiti anche sul fronte della mobilità dolce. Come confermato dal presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci, il 26 settembre approderà a Montecitorio, la proposta di legge sulla mobilità dolce e il turismo sostenibile. “Il testo di legge per la tutela e la valorizzazione delle linee ferroviarie dismesse e la realizzazione di una rete di mobilità dolce di cui sono primo firmatario andrà in Aula alla Camera da lunedì 26 settembre, come deciso dalla Conferenza dei Capigruppo”, afferma Realacci, spiegando come il testo unifica la sua proposta di legge (AC 72) con quelle analoghe dei colleghi Bocci (AC 599), Famiglietti (AC 1640) e Busto (AC1747).
“Si vuole dare impulso a un sistema di percorsi intermodali e sostenibili, sui quali pedalare e passeggiare, recuperando a tal fine il patrimonio dei nostri binari ‘dimenticati’, in sintonia con quanto proposto anche dalle associazioni riunite nella Confederazione Mobilità Dolce (Co.Mo.Do.)”. Il provvedimento prevedrebbe uno stanziamento per il triennio 2016-2018 pari a 20 milioni di euro annui, che servirà a istituire la “Rete nazionale della Mobilità dolce”.