(Rinnovabili.it) – Come sarà l’auto del futuro? Questa la domanda da cui è partito oggi Eta Beta, il programma quotidiano di Radio 1 e dedicato ai fermenti innovativi che investono la società, dal web all’economia, dal tempo libero alla cultura. e che ne stanno disegnando il futuro prossimo. L’ideatore e conduttore del programma, Massimo Cerofolini, ha segnato le principali direttive aiutato dal direttore del quotidiano Rinnovabili.it Mauro Spagnolo, dal direttore del SENSEable City Lab del Mit di Boston Carlo Ratti, e dal giornalista Jaime D’Alessandro. Il risultato? L’automobile del futuro è già stata disegnata e sarà elettrica, dotata di guida automatica, condivisa e connessa alla rete.
Le prime conferme arrivano direttamente dal mercato: soltanto in Europa nei primi tre mesi del 2015 si è registrata una crescita del più 117% rispetto allo stesso periodo sul fronte delle e-car. Il settore è in pieno fermento soprattutto in Cina dove si prevede che entro la fine dell’anno in corso i mezzi a trazione elettrica raggiungeranno quota 50mila.
Nel contempo sono anche cresciuti i dati dei servizi di mobilità condivisa, vedi il car-sharing che nel solo negli USA ha superato quota 50% (percentuale della popolazione che ha prenotato almeno una volta il servizio). Ed è sempre all’insegna della sharing economy sto un’altra delle grandi novità di questo secolo: parliamo delle driverless car, autovetture senza conducente, i cui primi prototipi si stanno già sperimentando in America ed Europa. Su questo fronte “l’aspetto più interessante – spiega Ratti – è quello urbano: con una flotta che si guida da sola cambia il rapporto tra il trasporto pubblico e il trasporto privato […] eliminando le differenze presenti oggi e condividendo al meglio l’infrastruttura di trasporto”. Oggi nelle grandi città le auto private sono inutilizzate per il 95%; eppure se riuscissimo a improntare alla condivisione il settore, basterebbe il 20% della flotta per coprire il 100% degli spostamenti richiesti dai cittadini.
Le sfide da superare
Non mancano ovviamente dei nodi ancora da superare per le auto a guida automatica. Primo fra tutti la responsabilità civile in caso di incidente, nonostante è stato dimostrato come le risposta delle driverless car agli imprevisti sia nettamente superiore a quello umana. O ancora il rischio di attacchi informatici, trattandosi di auto collegate costantemente alle rete web.
Problemi non mancano anche sul fronte delle e-car: per potere dar vita ad una rivoluzione elettrica solida e sostenibile è infatti necessario, come ricorda Spagnolo, che l’alimentazione sia rinnovabile. Altrimenti l’unica conseguenza sarebbe quella di spostare l’inquinamento dalle città alle centrali di produzione.
Altro aspetto clou, quello della ricarica: le infrastrutture di ricarica pubblica stanno avanzando ancora lentamente rispetto alla crescita del mercato dell’automotive, favorendo di fatto di chi ha la possibilità di istallare presso la propria abitazione un charger point privato.
Come orientarsi nel mercato?
I costi di un’e-car sono ancora superiori 30% rispetto alle vetture tradizionali, ma dal canto loro possono vantare prestazioni praticamente identiche, durata maggiore del motore e tempi per fare il pieno che si stanno riducendo sempre di più. Ma come valutare al meglio un’auto elettrica prima dell’acquisto? A questa domanda cerca di rispondere il nuovo protocollo di test per le auto elettriche nato dalla collaborazione fra Rinnovabili.it, il quotidiano sulla sostenibilità ambientale, e l’Istituto di Tecnologie Avanzate per l’Energia del Centro nazione delle Ricerche (ITAE-CNR). Il progetto, che si avvale della collaborazione di ACI Vallelunga, si propone di testare i veicoli elettrici in condizioni di guida reale, fornendo un vero e proprio identikit delle e-car poste sotto esame. Una sorta di carta d’identità che permetta agli utenti di orientarsi verso la nuova offerta ibrida e plug in, avendo a disposizione tutte le informazioni necessarie: dalle prestazioni ai consumi effettivi, dai costi alle possibilità di ricarica sul territorio.