Il settore dell’elettromobilità ha bisogno di nuovi materiali per le batterie che superino gli attuali problemi di approvvigionamento di litio e cobalto e abbassino i costi
La mobilità elettrica 2018 tra ostacoli e innovazioni
(Rinnovabili.it) – Nel 2017 il settore dell’e-mobility ha raggiunto un nuovo record: il numero di auto ibride plug-in e full electric sulle strade ha superato i 3 milioni di unità. E se la Cina domina a livello globale con i grandi numeri (quasi 580.000 e-car vendute in un anno, seguita dagli USA con 280.000 vetture), i Paesi del nord Europa rimangono leader per quota di mercato, ossia per la percentuale di EV immatricoltai sul totale. Un trend soddisfacente che non si limita, tuttavia, al comparto delle quattro ruote. Lo scorso anno la flotta di autobus elettrici ha raggiunto i 370mila mezzi attivi a livello mondiale e mentre le e-bike hanno superato con slancio il traguardo dei 250 milioni (leggi anche La crescita degli autobus elettrici supererà quella delle e-car).
Ma per poter mantenere e possibilmente accelerare queste tendenze anche nel futuro a medio e lungo termine sono necessari nuovi sforzi su uno degli elementi chiave dei veicoli “con la spina”: le batterie.
Il nuovo Global Electric Vehicle (EV) Outlook 2018 dell’Agenzia Internazionale dell’Energia IEA fa il punto della situazione sulla mobilità elettrica 2018, indicando punti di forza e debolezze del settore. E avverte: sulla nuova chimica delle batterie si giocherà il futuro del mercato. “La rapida diffusione dei veicoli elettrici è stata favorita anche dai progressi compiuti negli ultimi anni per migliorare le prestazioni e ridurre i costi delle batterie agli ioni di litio”, spiega la IEA. Tuttavia, per incrementare l’appeal di questi mezzi “sono essenziali ulteriori riduzioni dei costi e miglioramenti delle prestazioni […] realizzabili con una combinazione di chimiche migliorate e un aumento della scala di produzione delle batterie”.
I riflettori sono puntati anche sui nuovi materiali dell’energy storage rispetto ai minerali “classici” come nichel, litio e cobalto. Queste materie prime si portano dietro problemi non indifferenti, a partire dall’approvvigionamento (Leggi anche Il mercato dei metalli si scontra con l’accumulo: turbolenze in arrivo). L’offerta di cobalto, ad esempio, è concentrata al 60% nella Repubblica Democratica del Congo. E il 90% del minerale grezzo estratto nel paese africano è raffinato in Cina, potenza che controlla la quasi totalità della filiera. “Anche tenendo conto dei continui sviluppi della chimica delle batterie, la richiesta di cobalto per i veicoli elettrici dovrebbe aumentare tra le 10 e le 25 volte rispetto ai livelli attuali entro il 2030”, si legge nel report.
In questo contesto la capacità di innovare e proporre soluzioni alternative diventa dunque fondamentale. Il rapporto sulla mobilità elettrica 2018 afferma anche che, per garantire l’aumento della diffusione dei veicoli elettrici nel rispetto degli obiettivi di sostenibilità sociale e ambientale, dovranno essere adottati standard minimi sul lavoro e sulle condizioni ambientali. Il che significa anche riuscire a migliorare i processi di riciclo delle batterie a fine vita. “In prospettiva, le politiche di supporto e le riduzioni dei costi potrebbero condurre a una crescita significativa e continua nel mercato dei veicoli elettrici”. Gli scenari elaborati dall’Agenzia prevedono che al 2030 si possa raggiungere un numero di e-car su strada variabile dai 125 ai 220 milioni a seconda del livello d’ambizione profuso.