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Quanto è ecologica la mobilità 2019 in Italia?

Presentato oggi a Firenze  “Le città elettriche”, il primo rapporto sulla mobilità a emissioni zero in italia, realizzato da Legambiente in collaborazione con Motus-E

mobilità 2019

 

Mappata l’offerta della mobilità 2019 non inquinante in 104 capoluoghi di provincia

(Rinnovabili.it) – Quanto è ecologia la mobilità 2019 in Italia? Cosa stanno facendo le città italiane per camminare lungo la via della sostenibilità? Come sta crescendo l’offerta? A queste ed altre domande prova a rispondere il rapporto Le città elettriche, presentato oggi a Firenze da Legambiente e Motus-E.

Il futuro del settore è dipinto come elettrico, condiviso, connesso e multimodale ma su questo fronte, come spiega il Segretario Generale Motus-E, Dino Marcozzi, l’Italia è molto indietro rispetto ad altri Paesi europei. Con il parco auto circolante tra i più vetusti dell’UE, il Belpaese appare oggi “in ritardo rispetto agli interventi normativi da attuare per aumentare le geometrie di un mercato inevitabilmente in espansione, ma anche rispetto alla corretta informazione da veicolare ai cittadini”.

 

Eppure le basi del cambiamento sono già state posate, come dimostra il report. Gli autori hanno mappato 104 capoluoghi italiani attraverso diversi indicatori per comprendere il grado di sostenibilità della mobilità in Italia. Nel dettaglio è stata valutata la disponibilità di mezzi elettrici, il tasso di motorizzazione e quello di inquinamento, la presenza di piste ciclabili e la presenza di servizi di sharing. “Come nei primi film – afferma Andrea Poggio, responsabile Mobilità Sostenibile di Legambiente – l’immagine non è per nulla nitida e definita, ma la scena si distingue e si capisce bene che accade qualcosa di importante. La mobilità a Emissioni Zero non è, già ora, affatto trascurabile”.

 

Accessibilità, zero emissioni e politiche urbane premiano Milano

A farla da padrona in Italia è ancora un sistema inquinate, congestionato e poco sostenibile ma, seppur con percentuali molto diverse, le grandi città stanno iniziando a cambiare, prima fra tutte Milano. Il comune non è solo primo in Italia per l’offerta elettrica (il 74% della flotta pubblica, con 960 vetture metropolitane, 535 tram e filobus in servizio, 30 autobus elettrici e idrogeno) ma anche per impegni a medio termine: entro il 2030 tutti i mezzi del tpl saranno a zero emissioni. La città è la prima della classe anche quando si tratta di accessibilità urbana (64%) ossia la quota degli spostamenti con il mezzo pubblico o con servizi di sharing mobility e in bicicletta: un elemento che, in vent’anni, ha permesso al capoluogo di fare a meno di 100mila auto pur avendo guadagnato una cifra simile in abitanti.

 

Segue Bologna, dove l’accessibilità raggiunge il 40% e gli spostamenti a zero emissioni rappresentano il 39% del totale. A Torino a fronte di un’accessibilità del 27% gli spostamenti ecologici raggiungono il 40%; a Napoli i numeri evidenziano un 50% di movimenti con mezzi non inquinanti e un’accessibilità pari al 34%. Ancora, a Genova il 39% degli spostamenti è zero emissioni (accessibilità 36%), a Firenze il 17% (accessibilità 26%) e a Roma il 20% (accessibilità 27%).

 

I trend delle colonnine elettriche nella mobilità 2019

Nel complesso la mobilità 2019 avanza verso la trazione elettrica ma con passo riposato. Secondo l’elaborazione di Legambiente su dati EvWay a gennaio risultavano attive a livello nazionale 5.507 prese disponibili omologate per automobili e ricariche veloci (> 11 kW) e 2.684 prese di ricarica per due ruote e ricariche lente (< 11 kW). Entrambi i dati sono in netto aumento rispetto al 2018 ma ci restituiscono l’immagine di un Paese a due velocità, con il Nord più dinamico del Sud. “La mobilità elettrica nelle sue diverse forme è già oggi competitiva nelle aree urbane ed è arrivato il momento di una scelta di campo per aiutare la sua diffusione in tutte le forme in condivisione e nel trasporto pubblico”, aggiunge Edoardo Zanchini, vicepresidente Legambiente. “Nelle città, nelle città moderne, il motore a combustione va spento tra il 2030 e il 2035”.

 

Leggi qui la versione integrale del rapporto sulla mobilità 2019