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MMOVE, le città si scambiano ricette di eco-mobilità

Il 16 novembre si daranno appuntamento in Italia, a Reggio Emilia, le città europee di piccole-medie dimensioni che stanno investendo per rendere più efficaci le politiche della mobilità

(Rinnovabili.it) – Esistono città in Europa che ce l’hanno fatta, che investendo su innovazione, sostenibilità e convivenza sono state in grado di ridurre il traffico e l’inquinamento, migliorando la qualità di vita dei propri cittadini. In tal senso, undici delle migliori realtà europee si sono date appuntamento a Reggio Emilia, il 16 novembre, per presentare e condividere le rispettive ricette di urbanizzazione sostenibile e disegnare insieme il profilo delle smart cities di domani. Il seminario, a cui  interverranno tra gli altri Carlo Ratti, docente e direttore del MIT SenseAble City Lab, e Karl-Heinz Posch uno degli “architetti della mobilità europea”, è organizzato all’interno del progetto europeo “MMOVE – gestione della mobilità in Europa: cambiare le forme di mobilità”. Nella giornata di studi aperta al pubblico saranno presentati i risultati del progetto che ha raccolto, in tre anni di lavoro, 39 casi di buone pratiche di mobilità sostenibile che possono essere trasferiti in altre città europee. “MMOVE”, co-finanziato dal programma Interreg Ivc, ha visto impegnate 11 città di 8 paesi europei: oltre a Reggio Emilia, le città coinvolte sono alcuni Comuni della Regione Marche (Italia), Ulm (Germania), Girona (Spagna), Varberg (Svezia), Mölndal (Svezia), Kavala (Grecia), Volos (Grecia), Brighton & Hove (Regno Unito), Razlog (Bulgaria) e Brasov (Romania).

“Il fenomeno Smart City rappresentano la più alta forma di innovazione urbana. – spiega Carlo Ratti – “questi laboratori civici stanno diventando un movimento globale in grado di diffondere le migliori idee, ad esempio per migliorare il sistema dei trasporti o attivare il bike sharing”. Secondo Ratti il progetto Mmove rappresenta al meglio la filosofia Smart City: “Per migliorare la vita delle città – aggiunge – abbiamo bisogno di costruire dei sistemi di raccolta dati, valutazione e trasferimento delle buone idee. I cittadini dovranno essere “sensori” capaci di valutare le migliori esperienze urbane per capire quali buone pratiche possono essere trasferite anche ad altre città, attingendo dai dati e dalle analisi che sono condivisi dalle città d’Europa e del mondo”.

 

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