Rinnovabili • micromobilità condivisa

La micromobilità condivisa potrebbe sostituire il 50% degli spostamenti in auto

Una ricerca ha valutato il potenziale di bici (elettriche e tradizionali) e monopattini condivisi su percorsi brevi in alcune delle maggiori città degli Stati Uniti, della Germania e del Regno Unito.

micromobilità condivisa
I mezzi di CitiBike uno dei servizi in sharing attivi a New York. Foto credit George Hogan / Public Domain Pictures

La micromobilità condivisa è sbarcata anche in Italia grazie al decreto di sperimentazione firmato dal Ministero dei trasporti lo scorso giugno

 

(Rinnovabili.it) – I principali servizi di micromobilità condivisa, come biciclette tradizionali, e-bike e monopattini elettrici in sharing, hanno il potenziale di sostituire una percentuale tra il 48% e il 67% dei viaggi in auto in alcune delle più grandi città degli Stati Uniti, della Germania a del Regno Unito: sono i risultati di una ricerca condotta da INRIX, agenzia statunitense specializzata nell’analisi dei flussi di dati nel settore dei trasporti.

 

Il settore della mobilità condivisa è in fermento un po’ ovunque: secondo il Mckinsey Institute, entro il 2030, il valore di mercato globale della sharing mobility dovrebbe aggirarsi tra i 200 e i 300 miliardi di dollari. Un’espansione che, se ben regolamentata, potrebbe tradursi in enormi benefici per le comunità sia in termini di gestione degli spazi (bici e monopattini richiedono superfici molto più ridotte rispetto ai tradizionali parcheggi per auto), che in termini energetici: basti pensare che un monopattino elettrico può percorrere fino a 83 miglia con l’energia equivalente a far viaggiare un auto per solo 1 miglio.

 

In quest’ottica, INRIX ha analizzato miliardi di dati collezionati tramite servizi di mobilità condivisa e automobili circolanti in alcune delle più trafficate città degli Stati Uniti, della Germania e del Regno Unito per valutare quale impatto potrebbe avere la sharing mobility nel ridurre i viaggi in auto sulle brevi distanze (tra 1 e 3 miglia).

 

Nei soli USA, il 48% di tutti gli spostamenti in auto nelle più congestionate aree sono lunghi meno di tre miglia (il 20% meno di 1 miglio, il 16% tra 1 e 2 miglia,  il 12% tra 2 e 3 miglia): nel complesso, quindi, le tratte al di sotto delle 3 miglia in megalopoli come New York o Chicago potrebbero ridursi del 51% semplicemente ricorrendo a monopattini e biciclette condivise, con picchi del 55% nella capitale delle Hawaii, Honolulu, o del 52% a New Orleans.

 

micromobilità condivisa

 

>>Leggi anche Micromobilità urbana: Toninelli firma il Decreto per il via libera alla sperimentazione<<

 

Discorso ancora più valido nel Regno Unito, dove la maggiore densità dei centri urbani rende la micromobilità condivisa ancora più utile: secondo lo studio INRIX, il 69% degli spostamenti in auto entro 3 miglia a Manchester potrebbe essere rimpiazzato dai servizi in sharing, il 68& a Birmingham, il 66% a Londra e Glasgow e il 64% a Sheffield, per una media del 67% su 5 dei principali centri urbani britannici.

 

micromobilità condivisa

 

Anche in Germania, il potenziale delle micromobilità nel ridurre le auto circolanti sulle brevi distanze resta alto: a Monaco di Baviera il 60% degli spostamenti entro le 3 miglia si potrebbero sostituire con piccoli viaggi in monopattino o bici (elettrica o tradizionale), ad Amburgo la percentuale scende al 59%, mentre a Berlino, Francoforte e Colonia si attesta rispettivamente al 56%, 55% e 51%.

 

micromobilità condivisa

 

>>Leggi anche Micromobilità urbana condivisa: le chiavi per una rivoluzione sostenibile<<