Arriva dall'Università di Sheffield una soluzione al difficile problema della raccolta delle alghe impiegate per la produzione di biocarburanti
La vera novità della ricerca, pubblicata in questi giorni sulla rivista scientifica Biotecnologie e Bioingegneria, è l’aver portato alla realizzazione di un sistema che utilizza 1000 volte meno energia per produrre le bolle rispetto a metodi attualmente già impiegati nel settore dei biofuel. Le microbolle sono, infatti, “tradizionalmente” sfruttate per migliorare i metodi di produzione di facendo crescere le colture più velocemente e più densamente. “Pensavamo di aver risolto il grave ostacolo delle aziende nella lavorazione dei biocarburanti algali, quando abbiamo iniziato ad impiegare questa tecnica per far crescere le alghe più densamente”, spiega il professor Zimmerman. “E’ risultato, tuttavia, che questa tipologia di biofuel ancora non poteva essere prodotta economicamente, a causa della difficoltà nella raccolta e drenaggio del materiale. Abbiamo dovuto sviluppare una soluzione a questo problema e ancora una volta ci sono venute incontro le micro bolle”. Il passo successivo del progetto è quello di sviluppare un impianto pilota per testare il sistema su scala industriale. Zimmerman sta già lavorando con la Tata Steel, nel loro sito a Scunthorpe, utilizzando la CO2 proveniente dai fumi industriali e prevede di continuare questa partnership per testare il nuovo sistema.