Avviato il primo impianto sperimentale italiano per la conversione della anidride carbonica in combustibile presso il Centro Ricerche Casaccia
La conversione del biossido di carbonio è una tecnologia che aggiunge valore ai costosi processi di cattura, ma che tuttavia richiede la somministrazioni di idrogeno, che a sua volta necessita di energia per essere prodotto. Se tuttavia quest’energia deriva da una fonte rinnovabile, il processo di conversione può davvero rappresentare un utile metodo per immagazzinare energia rinnovabile sotto forma di energia chimica disponibile on demand.
Ed è proprio questo il lavoro che sta conducendo Fenice; l’impianto, lavorando ad alte pressioni e a temperature di circa 200 °C, rivitalizza il carbonio presente nella CO2 attraverso la sua riduzione con idrogeno, ottenuto dall’elettrolisi dell’acqua: dalla reazione si ottiene metano ed acqua. L’elettrolizzatore può essere alimentato da pannelli fotovoltaici o i generatori eolici. Già oggi grazie a Fenice è possibile produrre 250 NL/h di metano, ma le sue potenzialità sono molto superiori. Inoltre, nello stesso impianto, utilizzando opportuni catalizzatori, si può produrre anche metanolo e dimetil-etere (DME). Questi ultimi sono considerati combustibili alternativi per autoveicoli dalle ottime qualità e dal basso impatto ambientale.