Obiettivo, individuare le aree non idonee all’installazione di impianti a biomasse e biogas
“La valutazione della non idoneità delle aree si è sviluppata prendendo in considerazione tre tipologie di impianto a biomassa (l’impianto alimentato a biogas, l’impianto alimentato a biomassa solida e l’impianto alimentato a biomassa liquida) – afferma l’assessore regionale all’Ambiente e Energia, Sandro Donati – Infatti, per quanto riguarda le taglie di potenza, l’analisi sviluppata, condotta sulla base del quadro tecnologico attuale, ha individuato negli impianti di piccola taglia (fino a 1000 kWe), la dimensione maggiormente compatibile con le caratteristiche del territorio e con la tipologia di domanda di energia della regione Marche e, in particolare, all’interno di tale potenza, i microimpianti (fino a 250 kWe per il biogas fino a 200 kWe per le biomasse) sono stati valutati come particolarmente adatti alla dimensione aziendale media delle imprese agricole regionali e fortemente integrabili con i fabbricati rurali. Questo atto per noi rappresenta un’importante sintesi delle tante componenti che andavano valutate per tutti i possibili impatti ambientali di questi impianti”.
In conformità ai requisiti stabiliti dal DM 10 settembre 2010, l’atto contiene anche le disposizioni per la mitigazione degli impatti derivanti dalla localizzazione di tali impianti e i criteri di sostenibilità, al fine di garantire che l’insediamento e l’esercizio di tali tipologie d’impianti non comprometta o non interferisca negativamente con lo sviluppo agricolo, in particolare con quei territori legati alle produzioni di qualità, con il paesaggio, con la biodiversità, con la qualità dell’aria, con la politica di gestione dei rifiuti. Il documento di indirizzi è frutto anche della consultazione con gli Enti locali, le Associazioni di categoria e ambientaliste, avviata congiuntamente dall’assessorato all’Ambiente e all’Energia, con l’assessore Sandro Donati e dall’assessorato all’Agricoltura con il vice-presidente Paolo Petrini.