Da Bruxelles un pacchetto di misure dedicate alla creazione di stazioni di combustibili alternativi in tutta Europa attraverso standard comuni. I cambiamenti saranno sostenuti attraverso i fondi TEN-T, strutturali e di coesione
“Lo sviluppo di combustibili innovativi e alternativi è un modo efficace per rendere l’economia europea più efficiente sotto il profilo delle risorse, ridurre l’eccessiva dipendenza dal petrolio e sviluppare un settore dei trasporti pronto a rispondere alle esigenze del XXI secolo. – ha dichiarato Siim Kallas, Vicepresidente e Commissario responsabile per i Trasporti – La Cina e gli Stati Uniti prevedono che entro il 2020 circoleranno complessivamente più di sei milioni di veicoli elettrici. Si tratta di una grande opportunità per l’Europa di assicurarsi una posizione solida in un mercato globale in rapida crescita”.
Il pacchetto di misure risponde soprattutto ad una precisa necessità: riuscire a coordinare degli sforzi che finora sono stati concentrati solo su carburanti e veicoli, tralasciando il tema della distribuzione; il contenuto numero di stazioni di ricarica elettrica o a metano, sono oggi uno dei freni principali alla diffusione della mobilità sostenibile. In tal senso l’esecutivo propone obiettivi vincolanti per gli Stati membri in termini di livelli minimi di infrastrutture da attuare entro il 31 dicembre 2020 per l’elettricità, l’idrogeno, il GNL per il trasporto marittimo e su strada, e il metano. Il minimo requisito di copertura di infrastrutture per il GNL per la navigazione interna dovrà invece essere attuato entro il 31 dicembre 2025.
Energia elettrica: i più avanzati sono Germania (1.937 infrastrutture di ricarica), Paesi Bassi (1.700), Francia (1.600), Spagna e Regno Unito. Per creare una massa critica di charger point l’UE propone che ogni Stato membro abbia un numero minimo di punti di ricarica che utilizzino lo stesso tipo di connettore (il tipo 2). Il numero si dovrà basare sul totale di veicoli elettrici in programma in quella precisa nazione. Costo stimato: 8 miliardi di euro.
Idrogeno: Germania, Italia e Danimarca dispongono già di un numero significativo di stazioni di rifornimento di idrogeno (rispettivamente 42, 21 e 14), anche se alcune non sono accessibili al pubblico. L’Ue propone che le stazioni di rifornimento siano integrate in modo da formare una rete soggetta a norme comuni che garantiscano la mobilità dei veicoli a fuel cell. Le norme proposte faranno in modo che sia disponibile un numero sufficiente di punti di rifornimento accessibili al pubblico, con distanze massime di 300 km, per consentire la circolazione dei veicoli a idrogeno in tutta l’Unione entro il 31 dicembre 2020. Costo totale stimato:123 milioni di euro.
Biocarburanti: rappresentano già quasi il 5% del mercato. Gli Stati membri dovrebbero definire le possibili misure di sostegno, come incentivi diretti per l’acquisto di veicoli a carburante alternativo e navi o infrastrutture. Una delle sfide principali consisterà nell’assicurare la loro sostenibilità.
Gas naturale liquefatto (GNL) e compresso (GNC): le infrastrutture per il rifornimento di GNL per le navi sono ancora in fase iniziale: soltanto la Svezia è provvista di alcune infrastrutture per navi marittime e altre sono previste in vari Stati membri. La Commissione propone che vengano installate stazioni di rifornimento di GNL in tutti i 139 porti marittimi e interni della rete centrale transeuropea rispettivamente entro il 2020 e il 2025. Non si tratta di importanti terminal di gas, bensì di stazioni di rifornimento fisse o mobili. Questa misura riguarda tutti i principali porti dell’UE.