Con l'entrata in vigore dell'Emission Trading Scheme i costi dell'inquinamento rilasciato dai voli nazionali ed internazionale potrebbero costare al comparto 505 mln di euro
Gli obblighi di diminuire le emissioni dei voli, entrate in vigore da gennaio scorso, stanno costringendo le aziende aeree al pagamento di quote di emissione calcolate in base all’inquinamento prodotto. Nel caso in cui però le compagnie avessero bisogno di un numero superiore di quote rispetto a quelle che il sistema rilascia a titolo gratuito saranno obbligate a provvedere in maniera autonoma, acquistandole dal libero mercato.
Secondo quanto dichiarato dal direttore associato della TRPC, Andreas Arvanitakis, i costi di negoziazione dei crediti sono scesi dall’entrata in vigore dello schema, con la previsione che possano diminuire ulteriormente qualora il settore aviazione fosse costretto ad acquistare interamente le quote necessarie. L’obbligo di acquisto potrebbe inoltre portare le compagnie verso restyling della flotta per rendere i voli meno impattanti, abbassando così i costi a 360 milioni di euro.
Tuttavia lo studio rivela che il prezzo dell’adeguamento al regime sarà decisamente più elevato per le compagnie cinesi, per le quali è stato previsto un aumento dei costi nell’ordine degli 8,5 milioni di euro nel 2012. Secondo il rapporto la Air China, Cathay Pacific, China Eastern Airlines, China Southern Airlines e Hainan Airlines dovranno affrontare collettivamente il costo relativo all’emissione di 990.000 tonnellate di CO2.