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Ladri di biciclette. Ieri, oggi. E domani?

Ladri di biciclette. Ieri, oggi. E domani?

 

Poco più di sessantacinque anni fa, il 24 novembre del 1948, il celebre capolavoro di De Sica Ladri di biciclette veniva proiettato al cinema per la prima volta. E giovedì scorso a Milano si è tenuto il 1° Convegno Nazionale sul Furto di Biciclette dal titolo “Ladri di biciclette. Ieri, oggi. E domani?”: la FIAB Federazione Italiana Amici della Bicicletta ha presentato infatti i dati della prima indagine nazionale sui furti di biciclette condotta con la collaborazione delle Prefetture, dei Comuni capoluogo di provincia e di cittadini-ciclisti. Presenti all’appuntamento  l’assessore del Comune di Milano e delegato nazionale Anci alla Mobilità Pierfrancesco Maran e al Sottosegretario di Stato al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D’Angelis.

 

320.000 sarebbero le biciclette rubate in Italia ogni anno. Un danno di 150 milioni di euro tra mancati introiti per l’industria nazionale della bicicletta e transazioni in nero per i quali è impossibile qualsiasi controllo d’imposta. Danni anche dal punto di vista della sicurezza: spesso infatti chi ha subito il furto è più portato ad acquistare una bici a basto costo e talvolta meno sicura. Secondo i dati riferiti all’anno 2012 solo il 40% dei furti viene regolarmente denunciato. Dalle 4000 interviste a cittadini ciclisti è emerso che Bologna è una delle città più colpite dai furti, anche se le denunce riguardano solamente il 27% dei furti complessivi. A Milano le denunce toccano il 21 % mentre a Padova  raggiungono  il 69% e a Reggio Emilia addirittura l’89%. Sarebbero proprio i ciclisti abituali ad essere i più colpiti da questo saccheggio, nelle aree urbane del nord e del centro nord.

 

E sui piani messi a punto dai Comuni contro i furti? Solo il 10% dei Comuni vanta l’esistenza di piani o azioni di contrasto al furto; sui singoli interventi a favore della mobilità ciclistica, invece, il 90% ha rastrelliere di qualità, il 50% parcheggi dedicati presso le stazioni e solo il 10% li prevede presso gli esercizi commerciali, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nei condomini. Necessario secondo la FIAB, arrivare a linee guida condivise soprattutto riguardo al sistema di identificazione delle bici rubate. La proposta sarebbe quella di adottare un sistema di punzonatura pubblico e univoco delle bici in circolazione, attraverso la punzonatura del codice fiscale del proprietario sul mezzo. Il codice fiscale presente su una bici rubata garantirà l’identificazione del proprietario da parte delle forze dell’ordine e operatori pubblici e disincentiverà il furto e il riciclaggio. Altro tassello fondamentale per tutelare le due ruote dai furti, la creazione di infrastrutture adeguate e sistemi per custodire le bici in sicurezza.

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