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Italia fanalino d’Europa sul trasporto pubblico: siamo solo 21°

Trasporto pubblico: Italia 21° in Europa per offerta e costi
Foto di Robert Owen-Wahl da Pixabay

La classifica stilata da Greenpeace sul trasporto pubblico in Europa

(Rinnovabili.it) – Appena 5 punti su 100. È il magro punteggio raccolto dall’Italia nella classifica stilata da Greenpeace sul trasporto pubblico in Europa. Una classifica che tiene conto dei costi, della modulazione dell’offerta e quindi dell’accessibilità alla mobilità pubblica di autobus, treni e metro.

Male l’Italia, meglio Roma

La bocciatura senza appello ci mette allo stesso livello di Finlandia, Francia e Slovacchia, in coda di classifica. Quali sono i motivi? Il Belpaese ha recuperato i suoi pochi punti grazie a un’Iva bassa (il 10%, in linea con la media europea). Tutto il resto non va. Manca soprattutto un sistema semplice e unificato per i biglietti del trasporto pubblico: ogni compagnia ha il suo. Una nota positiva è lo sviluppo dell’alta velocità, che è riuscita a competere con i voli domestici a tratta breve portando centinaia di migliaia di passeggeri sulla meno inquinante rotaia.

Va meglio Roma, analizzata in una classifica a parte che riunisce solo le capitali europee. Tra i punti di forza i costi accessibili degli abbonamenti annuali (250 euro), gli sconti per studenti legati al reddito (una condizione unica nel panorama europeo), i viaggi gratis per anziani e indigenti. Un giudizio che andrebbe però temperato dalla qualità effettiva del servizio, come riconosce lo stesso rapporto: “la qualità del trasporto pubblico a Roma non è all’avanguardia, con solo 3 linee di metropolitana, pochi tram e treni urbani e la maggior parte del trasporto pubblico basato su autobus che si muovono in una città molto trafficata e grande. Ci sono ancora molte stazioni della metropolitana che non sono adatte alle persone in sedia a rotelle e gli ascensori non sono generalmente affidabili”.

Lo stato del trasporto pubblico in Europa

Come migliorare? Il rapporto di Greenpeace arriva sull’onda del successo del biglietto unico (il Klimaticket) per il trasporto pubblico testato in Germania la scorsa estate e ormai entrato a regime con un prezzo di 49 euro al mese: permette di viaggiare su qualsiasi mezzo pubblico in tutto il paese senza spese aggiuntive. E secondo i dati del governo viene usato per 1 miliardo di viaggi al mese, di cui il 20% in media sono passeggeri che normalmente non utilizzano il tpl.

Solo Austria, Ungheria e appunto la Germania hanno introdotto misure di questo tipo e a prezzi accessibili (meno di 3 euro al giorno), nota il rapporto. A cui si devono aggiungere Lussemburgo e Malta dove il biglietto è gratuito. Due terzi dei paesi europei non hanno abbonamenti validi per lunghi periodi e sull’intera rete nazionale. Un danno anche per il clima. I trasporti pesano per il 25% dei gas serra europei e consumano circa il 70% del petrolio usato nel continente.

“Con una forte volontà politica, si potrebbe rendere il trasporto pubblico più accessibile a tutti nel giro di poche settimane; questa misura ridurrebbe la nostra dipendenza dai combustibili fossili e le nostre emissioni di gas serra, migliorerebbe la qualità dell’ambiente e aiuterebbe le persone a far fronte all’aumento dei prezzi dell’energia”, nota il rapporto.

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