(Rinnovabili.it) – Pechino è pronta ad inasprire ancora una volta, i limiti urbani all’inquinamento auto. L’aria perennemente “molto insalubre” della capitale ha portato l’amministrazione ad una vera e proprio escalation di misure di contrasto, soprattutto dopo la decisione del governo nazionale di rendere le autorità cittadine responsabili delle condizioni ambientali in ogni municipalità.
Fino ad oggi tuttavia i tentativi messi in campo si sono scontrati con l’aumento esponenziale delle auto private diventate un elemento trainante dei consumi e uno status symbol della nuova classe medio-alta. Ecco perché l’Ufficio della protezione ambientale di Pechino, in un documento pubblicato ieri, ha annunciato che le prossime misure di contenimento delle emissioni auto saranno le più dure mai imposte a livello mondiale. Per ora però, i funzionari non si sbilanciano e il documento pubblicato su sito dell’amministrazione cittadina non rivela alcun dettaglio dei nuovi standard draconiani. Tuttavia per ora si sa che le norme potrebbero, con molta probabilità, puntare a dimezzare le emissioni dei veicoli a benzina e diesel.
D’altra parte la lotta all’inquinamento atmosferico nella capitale così come nel resto del Paese, è un problema da prendere molto seriamente. In base alle ricerche effettuate dall’Università californiana di Berkeley, le malattie dovute all’aria irrespirabile causano ben 4.400 decessi giornalieri, il 17% del totale nazionale. Facendo due calcoli, questo significa circa 1,6 milioni di morti premature l’anno.
Ovviamente i trasporti privati non sono gli unici responsabili, ma a Pechino le emissioni dei veicoli rappresentano il 31 per cento del PM2,5 rilasciato in atmosfera; sempre secondo l’Ufficio di protezione ambientale, la città ha attualmente più di 5,5 milioni di veicoli, con 600.000 nuovi veicoli introdotti ogni anno. Solamente lo scorso anno le concentrazioni di particolato ultra sottile ha raggiunto una media di 85,9 microgrammi per metro cubo a Pechino, di molto superiore allo standard ufficiale imposto dal Governo centrale di 35 microgrammi, per non parlare della distanza che lo separa da quello stabilito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che per il PM2,5 raccomanda di non superare la soglia dei 15 microgrammi.